Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 11.1908

DOI Heft:
Fasc. 5
DOI Artikel:
Bibliografia
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.24153#0519

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
BIBLIOGRAFIA

RECENSIONI.

Giuseppe Biadego : Pisanus pictor (Atti del
Reale Istihtto Veneto dì Scienze, Lettere ed
Arti, 1907-908, t. LXVII, Parte seconda).

L’indefesso ricercatore di documenti per la storia
artistica veronese ci offre importanti risultati intorno
al Pisanello. Il nome Vittore non è proprio, secondo
l’A., al celebre artista, e gli proviene da una fonte
assai incerta e sospetta, cioè dalla scritta segnata
nella tavola già posseduta da Bartolomeo Dal Pozzo,
ora nel Museo di Berlino, e dimostrata falsa dal Bode
e da Hugo von Tschudi. Ora può ammettersi che
quel nome non spetti al Pisanello, ma la origine è più
antica della scritta falsa, risale al Vasari del quale l’A.
non tiene conto ; eppure il biografo aretino incomincia
le Vite del Fabrianese e del Pisanello, stampando
nella prima edizione: GENTILE DA FABRIANO
ET VITTORE PISANELLO 1 Pittori. E nella se-
conda: VITA DI GENTILE DA FABRIANO | E DI
VITTORE PISANELLO VERONESE | PITTORI.
L’errore dunque devesi al Vasari, e, per lui proba-
bilmente, al frate domenicano Marco Medici, suo cor-
rispondente da Verona ; si diffuse naturalmente tanto
che, nel catalogo della collezione ferrarese Canonici, al
principio del secolo xvn, circa al tempo in cui Bar-
tolomeo Dal Pozzo pubblicava le « Vite dei pittori,
degli scultori ed architetti veronesi » è parola di « Un
Cristo nel Presepio di Vittore Pisanello...».

L’A. ha trovato però un documento che farebbe
non ammettere quel nome come proprio del Pisano.
Nel 1433, tra le anagrafi della contrada di San Paolo,
nell’archivio del Comune di Verona, si trova indicato
Antonins Pisanus, di anni trentasei, figlio di Donna
Isabella, vedova di Bartolomeo da Pisa drappiere, poi di
Filippo da Ostiglia. E l’A si chiede : « questo Antonio
Pisano si identifica col celebre pittore? o è un altro
fin ad oggi ignoto?» Per provare l’identificazione
l’A. si serve della « Descriptio civium qui steterunt
et remanserunt sequaces Marchionis Mantue et non

venerunt vocati Veronam tara per rectores, quam per
gratiam ». Nella Descriptio, che porta la data, « 1441,
iulij », è registrato «Pisan pentor», il quale, come
risulta da una deliberazione del Consiglio dei Dieci
(21 novembre 1442) è Antonius pictor dictus pisanus.
Ora, prima di accettare la identificazione di Antonius
pisanus col celebre Pisanello, esponiamo i fatti che
riguardano quel pentor, quali risultano dai nuovi do-
cumenti. Antonio, detto pisano, era tra i fuorusciti
veronesi, o « Citadini de Verona che veneno con el
marchese de Mantoa, quando lui entrò in Verona e
per esso erano soliciti ai suoi favori contro la Signoria
e retornono via cum lui quando el fu cazato». L’en-
trata del marchese di Mantova a Verona avvenne il
17 novembre 1439, quando s’impadronì col Piccinino
della città; e l’uscita avvenne pochi giorni dopo,
quando Francesco Sforza lo cacciò. Prima del 17 no-
vembre 1439 i fuorusciti veronesi avevano dunque
parteggiato con Gian Francesco Gonzaga, il quale
sin dai primi del luglio 1438, abbandonata la condotta
delle milizie veneziane, si era mostrato ostile alla
Serenissima, e aveva fatto scorrerie nel Veronese.
Ma il 20 novembre 1441 si venue a un trattato di
pace, tra i contendenti del Veneto e della Lombardia ;
e Antonio Pisano che era rimasto seguace del mar-
chese di Mantova, e non aveva obbedito all’ingiun-
zione di redire in patria, visto che le cose procedevano
male per il suo partito, si rese a miglior consiglio.
Il 9 d’agosto 1441 il Consiglio dei Dieci prescrisse
un termine a tutto il settembre successivo ai cittadini
non ritornati a Verona, per andare a Venezia a pre-
sentare le proprie discolpe. E Antonio Pisano non si
presentò, a quanto pare, perchè di nuovo, il 7 feb-
braio 1442, il Consiglio deliberò di trattar come ribelli
lui e gli altri che non si fossero presentati entro il
mese di marzo seguente. Questa volta obbedì, e do-
vette essere graziato, perchè il 21 novembre 1442 il
Consiglio dei Dieci gli concesse di assentarsi da Ve-
nezia per due mesi, e di recarsi a Ferrara per esigere
 
Annotationen