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Corno, Vittorio del: Oggetti antichi trovati nei territorii di Monteu da Po, di Verolengo e di Crescentino
DOI Seite / Zitierlink: https://doi.org/10.11588/diglit.11246#0410
OGGETTI ANTICHI TROVATI A MONTEU DA PO, ECC. 389
Il n. 9 e il n. io sono di osso od avorio. Il primo è proba-
bilmente un acus discriminalis o discerniculum, che serviva
a dividere i capelli; il secondo è un ago da cucire. Insieme
ad essi aghi vennero trovati globuli di pasta vitrea, dei quali,
come si sa, si formavano collane portate dalle donne.
Al disegno di questi piccoli oggetti unisco quello di un
bronzo (ri. n) rinvenuto, tre o quattro anni or sono, sulla
riva destra della Dora Baltea, in territorio di Verolengo,
nella possessione detta il Quarino Bianco.
Nella incertezza in cui si è circa il luogo preciso della
antica Quadrata, ed essendo assai fondata la opinione che
quel romano presidio e mansione militare fosse in parte
sull'una e in parte sull'altra riva della Dora — e forse per
ciò denominata le Quadrate — il Quarino Bianco e il con-
tiguo Quarino Rosso potrebbero ricordarne il nome, e ser-
vire a viemmeglio determinarne il sito.
Al museo d'antichità di Torino, se la memoria non mi
tradisce, un bellissimo vaso marmoreo elegantemente scol-
pito proviene dal Quarino Bianco, che allora apparteneva
alla mensa vescovile di Casale.
Ad ogni modo il bronzo n. n della Tavola XXIV, statomi
cortesemente regalato dal signor Alessandro Jona, proprie-
tario attuale del Quarino Bianco, è ad evidenza dell'epoca
romana; e a me pare che fosse il piede di un letto.
E poiché ho fatto cenno di Quadrata, dirò eziandio come
alla sinistra della Dora, dirimpetto ai Quarini, in territorio
di Crescentino, pur si rinvengano moltissime cose dell'epoca
romana, le quali per la maggior parte vanno immediata-
mente o dopo poco tempo perdute, — come quasi dapper-
tutto accade (i).
(1) Il chiarissimo padre Bruzza ha pubblicato un'epigrafe da me sco-
perta sopra un embrice, rinvenuto in tale parte del territorio crescen-
tinese (Op. cit. pag. 204).
Il n. 9 e il n. io sono di osso od avorio. Il primo è proba-
bilmente un acus discriminalis o discerniculum, che serviva
a dividere i capelli; il secondo è un ago da cucire. Insieme
ad essi aghi vennero trovati globuli di pasta vitrea, dei quali,
come si sa, si formavano collane portate dalle donne.
Al disegno di questi piccoli oggetti unisco quello di un
bronzo (ri. n) rinvenuto, tre o quattro anni or sono, sulla
riva destra della Dora Baltea, in territorio di Verolengo,
nella possessione detta il Quarino Bianco.
Nella incertezza in cui si è circa il luogo preciso della
antica Quadrata, ed essendo assai fondata la opinione che
quel romano presidio e mansione militare fosse in parte
sull'una e in parte sull'altra riva della Dora — e forse per
ciò denominata le Quadrate — il Quarino Bianco e il con-
tiguo Quarino Rosso potrebbero ricordarne il nome, e ser-
vire a viemmeglio determinarne il sito.
Al museo d'antichità di Torino, se la memoria non mi
tradisce, un bellissimo vaso marmoreo elegantemente scol-
pito proviene dal Quarino Bianco, che allora apparteneva
alla mensa vescovile di Casale.
Ad ogni modo il bronzo n. n della Tavola XXIV, statomi
cortesemente regalato dal signor Alessandro Jona, proprie-
tario attuale del Quarino Bianco, è ad evidenza dell'epoca
romana; e a me pare che fosse il piede di un letto.
E poiché ho fatto cenno di Quadrata, dirò eziandio come
alla sinistra della Dora, dirimpetto ai Quarini, in territorio
di Crescentino, pur si rinvengano moltissime cose dell'epoca
romana, le quali per la maggior parte vanno immediata-
mente o dopo poco tempo perdute, — come quasi dapper-
tutto accade (i).
(1) Il chiarissimo padre Bruzza ha pubblicato un'epigrafe da me sco-
perta sopra un embrice, rinvenuto in tale parte del territorio crescen-
tinese (Op. cit. pag. 204).