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Ferrero, Ermanno: Iscrizioni romane di piobesi torinese
DOI Seite / Zitierlink: https://doi.org/10.11588/diglit.11586#0306
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ARCHEOLOGIA E BELLE ARTI
aggiunsero che da parecchi si pensava aver preso nome dai
Publicii il villaggio anticamente detto Publicìae ora Piobesi.
Più esplicitamente il Durandi, riferendo l'opinione degli edi-
tori dei marmi torinesi, avvertì aver questi trascurato di
notare che l'iscrizione riferita era stata trovata a Piobesi,
siccome conoscevasi da una nota del 1698, la quale esisteva
presso i due eruditi (1). Il mio collega , barone Antonio
Manno, al quale mi rivolsi per sapere se tale nota trovavasi
fra le carte del Ricolvi e del Rivautella possedute dalla no-
stra Accademia delle Scienze, mi rispose che, nell'ordina-
mento dei manoscritti accademici, finora non eragli venuta
fra le mani, ne fra le carte ricolviane, ne altrove.
Carlo Promis esattamente assegnò a Piobesi la lapide dei
Publicii, che inserì nella sua Storia dell'antica Torino (2),
portando avviso che al tempo dell'impero romano esistesse
in quel luogo una villa publica, ossia casa colonica del
pubblico dell'Augusta dei Taurini, in mezzo ad un ager
publicus spettante appunto al municipio torinese. E nel Caio
Publicio Evodo, il quale con la moglie Azzia Zoe pose il
titolo funerario al figlio Caio Publicio Azziano, scorse un
uomo di condizione libertina, che tace il nome del patrono,
il quale dev'essere il municipio stesso, donde il gentilizio
di Publicio assai comune ne'liberti pubblici (3).
La congettura del Promis è confermata dalla più antica
denominazione di Piobesi , la quale s'incontra in un atto
di permutazione di alcuni beni fatta da Bruningo, vescovo
di Asti, con Eldeberto di villa publicis, regnanti Berengario li
ed Adalberto, nel marzo 955 (4).
(1) Notizie dell'antico Piemonte transpadano, Torino, 1803, p. 108.
(2) Pag. 282.
13) Cfr. la mia dissertazione Dei libertini, Torino, 1877, p. 139.
(4) Hist. patr. mon., Chart. t. I, n. 107, col. 176-178,
ARCHEOLOGIA E BELLE ARTI
aggiunsero che da parecchi si pensava aver preso nome dai
Publicii il villaggio anticamente detto Publicìae ora Piobesi.
Più esplicitamente il Durandi, riferendo l'opinione degli edi-
tori dei marmi torinesi, avvertì aver questi trascurato di
notare che l'iscrizione riferita era stata trovata a Piobesi,
siccome conoscevasi da una nota del 1698, la quale esisteva
presso i due eruditi (1). Il mio collega , barone Antonio
Manno, al quale mi rivolsi per sapere se tale nota trovavasi
fra le carte del Ricolvi e del Rivautella possedute dalla no-
stra Accademia delle Scienze, mi rispose che, nell'ordina-
mento dei manoscritti accademici, finora non eragli venuta
fra le mani, ne fra le carte ricolviane, ne altrove.
Carlo Promis esattamente assegnò a Piobesi la lapide dei
Publicii, che inserì nella sua Storia dell'antica Torino (2),
portando avviso che al tempo dell'impero romano esistesse
in quel luogo una villa publica, ossia casa colonica del
pubblico dell'Augusta dei Taurini, in mezzo ad un ager
publicus spettante appunto al municipio torinese. E nel Caio
Publicio Evodo, il quale con la moglie Azzia Zoe pose il
titolo funerario al figlio Caio Publicio Azziano, scorse un
uomo di condizione libertina, che tace il nome del patrono,
il quale dev'essere il municipio stesso, donde il gentilizio
di Publicio assai comune ne'liberti pubblici (3).
La congettura del Promis è confermata dalla più antica
denominazione di Piobesi , la quale s'incontra in un atto
di permutazione di alcuni beni fatta da Bruningo, vescovo
di Asti, con Eldeberto di villa publicis, regnanti Berengario li
ed Adalberto, nel marzo 955 (4).
(1) Notizie dell'antico Piemonte transpadano, Torino, 1803, p. 108.
(2) Pag. 282.
13) Cfr. la mia dissertazione Dei libertini, Torino, 1877, p. 139.
(4) Hist. patr. mon., Chart. t. I, n. 107, col. 176-178,