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Bullettino di archeologia cristiana — 4.Ser.6.1888-1889

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Nr. 3-4
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Epitafio metrico della vergine Irene sorella di Damaso
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https://doi.org/10.11588/diglit.18580#0163
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DI ARCHEOLOGIA CRISTIANA

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Ora scendiamo ai versi 9-13, nei quali la falsa lezione gru-
teriana avea creato un labirinto, e resone oscurissimo il senso.
Il mine intruso in luogo del Lune del testo genuino faceva cre-
dere, che il nostri nunc testis amoris si riferisse alla germana
sor or j contemplante dal cielo il dolore e l'amore del fratello
Damaso; e che di lei parlassero tutti i versi seguenti lino alla
chiusa del carme. Laonde il Biraghi, per ravviarne l'arruffata
matassa e l'intricato contesto, mutò il te in et, traducendo così :
l e la sorella germana, che ora vede dentro il mio cuore quanto
- io l'ami, allorachè dava addio al mondo (colla professione).
i aveva dato a me prove onorevolissime » Ma Damaso qui scrisse
due volte tunc (vv. 9, 11); e pignus nel linguaggio dei carmi
sepolcrali di questa età significa prole. Colei, che Damaso dice
nostri TVNC testis amorisè la madre del pignus honestum; il
tunc si riferisce al tempo della morte di lei. Damaso seppellì la
■sorella Irene presso la madre premorta 2 ; che a lui aveva affidato
il caro pegno, quando lasciò il mondo (cum fugeret munclum), mu-
tando la terra col cielo (quam sibi cum raperet melior tunc regia
caeli). L'allusione alla madre premorta, e quivi presso sepolta,
era forse resa anche più chiara dal carme scritto sull'avello di
lei, che non ci è pervenuto. I versi 11-13 alludono alla morte
della madre ed al dolore di Damaso per l'amara separazione dal
dolce consorzio della vita con lei, temperato però dalla certezza
di sua pronta ammissione ai gaudii del cielo : Quam (matrem)
sibi cum raperet melior sibi regia caeliJ Non timui rnortein
caelos quod libera adir et, Secl dolui fateor consortia perdere
vitae. I verbi in terza persona raperet, adirei non possono essere
costruiti con germana sor or, alla quale è diretta l'apostrofe in
seconda persona: te germana soror.

di età noi poniamo tra Damaso ed Irene, costei non dee essere giunta al
ventennio più tardi della metà in circa del secolo IV.

1 L. c. pagg. 4, 5.

2 Lìb 'pont. in Damaso § VI, ed. Duchesne I p. 213.

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