Bamonte, Giuseppe: Le Antichità Pestane (Neapel, 1819)

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tal tributo commutato in mille ducento solidi, da
Cassiodoro si fé ridurre a mille da pagarsi terziata-
mente,.

II. I. Greci Imperatori standosene in Costantino-
pòli all'intutto trascuravano1 le nosti'' Province, l'o-
lila Re de' Goti profittando della loro indolenza^
spiccò molti distaccamenti per la Bru'zia, per ìa Lu-
cania , per l'Apulia , e p r la Calabria , e le fece
dichiarare a suo favore . Tn'ppe Imperiali non ve
n'erano, e gli «abitanti aveano perduro 1' so dell'ir-
mi, e nou aveauo nessun'amore per lo Impero Cie-
co , che li trascurava . Rimasero in potere de' Greci
nella Lucania le sole Città fortificate : queste furono
Acerenza e Coriza ; dunque il nostro Pesto in cjnel
tempo era talmente mal ridotto che mancava di' l'or-
lili cazioni .

III. Neil' anno di Cristo 553 ritornarono nuova-
mente le nostre Provincie all'obbedienza degli Impe-
ratori Greci , esclusi da per tutto i Gì ti dall' armi
Imperiali comandate da ]Y;>rsete ; ma i disastri sof-
ferti da' Visigoti, quindi dagl. Ostrogoti, e final-
ménte da' Greci, e da' Goti insième, aveatio falto
sì, che deve prima si vedeano tante illustri Città
magnifiche deliàose , • e ben fortificate , non si ve-
dean poi altro, che deserii, villaggi, e piccoli Ca-*
stelli , circondavi da miserabili avanzi delle dirute ,
e distrutte Citià .

JV. La venuta de' Longobardi nella nostra Ita-
lia cagionò la totale desolazione (Ielle nostre Provin-
cie : Usarono essi le maggiori crudeltà contro degli
nomini, e degli edifi/.j, specialmente nel governo di

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