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Bardi, Luigi; Palazzo Pitti [Mitarb.]
L' Imperiale e reale Galleria Pitti (1. Volume) — Firenze: Tipi della Galileiana, 1837

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Il Salvatore Rosa, dipinto da sè Stesso
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https://doi.org/10.11588/diglit.60481#0333

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Il SAITAT©! IOSA
DIPINTO DA SÉ STESSO
Quadro in Tela alto Piedi 2. pollici 5. linee 1
largo « 1. « 9. « 10

Salvator Rosa; e chi a tanto nome non sente nel cuore un nobile
orgoglio e non benedice alla Italia? la quale, se disamorata dei trionfi
eh’ erano un giorno suo privilegio sembra da molti secoli solo invaghirsi
alle cose dello straniero, questo almeno ebbe sempre di suo, la gloria
delle arti. Salvatore quantunque nato d’ignobili parenti e in oscuro
villaggio, e quantunque nudrito agli studj fra le regole austere del
chiostro e continuamente percosso dalla ingiuriosa fortuna, pure seguì
l’impulso della natura che lo chiamava con forza imperiosa all’esercizio
delle belle arti e alla pratica delle virtù cittadine. Inspirato però dal
suo genio creava colla magia del pennello gl’inimitabili tipi del paesaggio;
colla magia del suono e del canto allegrava le sollazzevoli brigate,
instillando nei giovani petti l’amore del bello; e finalmente colla magia
del satirico verso rimproverava al secolo tralignato le amabili inezie , la
superba ignavia e i turpi costumi. Ma perchè a quest’uomo straordinario
nessuna mancasse delle doti che nobilitan meglio la nostra natura, pur
egli obbedì alla più bella, alla più magnanima delle passioni, la carità
della patria; e slanciandosi con giovanile entusiasmo nell’arringo della
politica si fece amico e seguace al celebre pescatore d’Amalfi. Dopo la
miserabile fine del quale esulando al suolo nativo riparavasi in Roma : e
nella eterna città quanti erari cortesi tanti lo ebbero affettuosamente
 
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