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Baruffaldi, Girolamo
Vite de' pittori e scultori Ferraresi (Band 1) — Ferrara: Taddei, 1844

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https://doi.org/10.11588/diglit.63256#0088
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— 56 —
ràsse per dar sito alla spianata della Fortezza. In
questi muri non è da dubitarsi che non vi fossero
opere dal nostro Galasso colorite, se nella patria
s’era reso famoso ed ivi morto.
A questo pittore attribuisce il gran poeta Ludovico
Ariosto quel caso da lui descritto sul fine della sa-
tira quinta a M. Annibaie Malaguzzo, nella quale
dimostrò essere buona cosa il maritarsi: indi fa
piacevolmente vedere quanto malagevole sia conser-
vare la moglie pudica. Dove negli esemplari stampati
si legge
Fu già un pitlor, non mi ricordo il nome,
Che dipingere il diavolo solca
Con bel viso, begli occhi, e belle chiome,
nel codice originale manoscritto di dette satire,
eh’ io con altre mirabili opere di detto gran poeta
conservo presso di me (1), sta scritto e poi leggier-
mente cancellato nel modo seguente:
Fu già un pittar {Galasso era di nome )
e prosèguisce a narrare la stessa storiella di prima
senza più mutazione alcuna. È però da credersi che
quel valoroso poeta, per dar colore alla sua bizzar-
ra invenzione trovasse a capriccio il nome del più
antico nostro pittore, e che poi persuadendosi d’ap-
(i) Nella copia dì queste vite trascritta da Cesare Barotti, di cui ci serviamo,
si legge “ Donò t autore quel pregevole manoscritto originale al Sig. Dott.
Gio. Andrea Baratti ferrarese ” della qual cosa dà ragione il giuniore Ab.
Girolamo Baruffaldi a pag. 3o8 della Vita delV Ariosto stampate in Ferrara
da’ Soci Bianchi e Negri nel *807.
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