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BULLETTINO DELLA COMMISSIONE
Vi si vede la metà inferiore di una figura sedente, volta
da dritta a sinistra, colla gam'oa destra nuda e l'altra panneg-
giata. Il suo piede sinistro è posato sopra di uu globo. Di-
nanzi sta in piedi, rivolta nel senso opposto, una figura di giovine
donna, vestita di doppia tunica spartana, cioè, priva di maniche
ed aperta lunghesso i fianchi. La donna è tutta intesa ad ap-
porre una fasciatura alla coscia dritta della persona seduta, al-
quanto superiormente al ginocchio. Colla mano sinistra essa
tiene la estremità di una fascia orlata di frange, e colla dritta
la viene svolgendo, ed avvolgendo intorno alla parte che dee
credersi offesa. Frattanto il personaggio assiso posa un braccio
sulla spalla della pietosa medicatrice, quasi a cercare un sol-
lievo al dolore ond' è travagliato. Le proporzioni e le forme
palesano espressamente che questa figura è virile.
Non fa mestieri di molta perizia nella greca mitologia e
nelle antichità figurate per avvedersi che qui si tratta di sog-
getto allusivo al decantato nascimento del Bacco tebano dal
femore di Giove.
Semele figlia di Cadmo , amata da Giove e da lui resa
madre, a suggestione della gelosa Giunone osò pretendere di
contemplare il re dei numi nella pienezza della sua maestà,
circonfuso della luce del fulmine. Investita dall' eteree vampe
la infelice morì, e sprigionò morendo la immatura prole, che
sarebbe anch'essa perita, se la Terra con foglie di edera non
le avesse fatto schermo dalle fiamme divoratrici : indi raccolta,
da Giove nel femore paterno, aggiunse il termine da natura
prescritto, e il pargoletto Bacco fu dato nuovamente alla luce.
Allora Ilizia ed altre dee prestarono a Giove quegli uffici, che
da Plinio furono detti obstctricia dcarum.
Gli eruditi che indagarono il senso fisiologico di questa
favola rinvennero, che la persona di Semele sembra essere un
adombramento del grembo della terra, che inturgidisce al soffio
dei nuovi Zeffiri. Essa è amata e fecondata da Giove , il dio
delle pioggie equinoziali di primavera, ma dio puranche del
BULLETTINO DELLA COMMISSIONE
Vi si vede la metà inferiore di una figura sedente, volta
da dritta a sinistra, colla gam'oa destra nuda e l'altra panneg-
giata. Il suo piede sinistro è posato sopra di uu globo. Di-
nanzi sta in piedi, rivolta nel senso opposto, una figura di giovine
donna, vestita di doppia tunica spartana, cioè, priva di maniche
ed aperta lunghesso i fianchi. La donna è tutta intesa ad ap-
porre una fasciatura alla coscia dritta della persona seduta, al-
quanto superiormente al ginocchio. Colla mano sinistra essa
tiene la estremità di una fascia orlata di frange, e colla dritta
la viene svolgendo, ed avvolgendo intorno alla parte che dee
credersi offesa. Frattanto il personaggio assiso posa un braccio
sulla spalla della pietosa medicatrice, quasi a cercare un sol-
lievo al dolore ond' è travagliato. Le proporzioni e le forme
palesano espressamente che questa figura è virile.
Non fa mestieri di molta perizia nella greca mitologia e
nelle antichità figurate per avvedersi che qui si tratta di sog-
getto allusivo al decantato nascimento del Bacco tebano dal
femore di Giove.
Semele figlia di Cadmo , amata da Giove e da lui resa
madre, a suggestione della gelosa Giunone osò pretendere di
contemplare il re dei numi nella pienezza della sua maestà,
circonfuso della luce del fulmine. Investita dall' eteree vampe
la infelice morì, e sprigionò morendo la immatura prole, che
sarebbe anch'essa perita, se la Terra con foglie di edera non
le avesse fatto schermo dalle fiamme divoratrici : indi raccolta,
da Giove nel femore paterno, aggiunse il termine da natura
prescritto, e il pargoletto Bacco fu dato nuovamente alla luce.
Allora Ilizia ed altre dee prestarono a Giove quegli uffici, che
da Plinio furono detti obstctricia dcarum.
Gli eruditi che indagarono il senso fisiologico di questa
favola rinvennero, che la persona di Semele sembra essere un
adombramento del grembo della terra, che inturgidisce al soffio
dei nuovi Zeffiri. Essa è amata e fecondata da Giove , il dio
delle pioggie equinoziali di primavera, ma dio puranche del