ARCHEOLOGICA MUNICIPALE.
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primitive memorie consecrate da lui nell* Eneide, attribuendolo
agli stessi tempi de' pelasgi :
Silvano fama est veteres sacrasse pelasgos,
Arvorum, pecorisque deo, lucurnque, diemque '.
Queste agresti cure messe sotto la tutela di Silvano, si
mantennero poi sempre senza notevole variazione, considerandolo
come capo delle diverse deità rusticali, alle quali ne venne in
progresso assegnata una più speciale protezione e custodia.
Considerando in fatti gli attributi , che ne accompagnano
le imagini, vediamo che tutti emanano e tutti si riferiscono a
que' diversi benefici effetti, che si riconoscevano derivati da lui.
Incominciando dalle selve, alle quali diede, o dalle quali ebbe
il nome, troviamo proporsi negli attributi, già detti, come una
dimostrazione dei vantaggi, che fin dal primo separarsi dallo stato
ferino (secondo allora credevano) avevano gli uomini trovato nei
boschi. Dove ricordavano la dimora, i templi e gli oracoli dei
loro numi, ai quali rimasero sempre consecrati, fin quasi al ces-
sare del paganesimo serbati incedui 2; con tanta religione delle
1 Le», lib. Vili.
2 Neil' anno 1838, emendai ed accrebbi la pianta dei boschi sacri di
Roma, unitamente ai principali edifizì di essa, formata da Giovambattista
Agretti, che il figlio di lui Gaetano Agretti, diede poi ad incidere sotto la mia
direzione dal valente Filippo Troiani, che ne fece un mirabil lavoro. Venne
in luce con questo titolo : Pianta deli' aulica cillà di Roma con i suoi bo-
schi sacri e i principali edifizi restituiti nella loro integrilà, opera del fu
avvocalo Giambattista Agretti, perugino, principe della Filomoto-ligure e socio
d'altra Accademie d'Italia, con nuove cure ampliala, rettificala e corretta da
P. E. Visconti. Questa bella e grande incisione è divenuta della maggiore
rarità. L'Italia, e più specialmente il Lazio, gelosamente custodirono i bo-
schi, consecrati appunto dai più antichi tempi e coi più antichi culti, per
l'immensi vantaggi, che se ne traevano. Fra quali avevasi principale la sa-
lubrità delle diverse contrade, che difendevano dai mali affluire e dai venti
riconosciuti dannosi. Ora questi boschi sono stati quasi tutti distrutti, nò
si perdona ai pochi superstiti: con quanto utile della pubblica incolumità e
della privata economia, lascio volentieri che altri sei vegga.
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primitive memorie consecrate da lui nell* Eneide, attribuendolo
agli stessi tempi de' pelasgi :
Silvano fama est veteres sacrasse pelasgos,
Arvorum, pecorisque deo, lucurnque, diemque '.
Queste agresti cure messe sotto la tutela di Silvano, si
mantennero poi sempre senza notevole variazione, considerandolo
come capo delle diverse deità rusticali, alle quali ne venne in
progresso assegnata una più speciale protezione e custodia.
Considerando in fatti gli attributi , che ne accompagnano
le imagini, vediamo che tutti emanano e tutti si riferiscono a
que' diversi benefici effetti, che si riconoscevano derivati da lui.
Incominciando dalle selve, alle quali diede, o dalle quali ebbe
il nome, troviamo proporsi negli attributi, già detti, come una
dimostrazione dei vantaggi, che fin dal primo separarsi dallo stato
ferino (secondo allora credevano) avevano gli uomini trovato nei
boschi. Dove ricordavano la dimora, i templi e gli oracoli dei
loro numi, ai quali rimasero sempre consecrati, fin quasi al ces-
sare del paganesimo serbati incedui 2; con tanta religione delle
1 Le», lib. Vili.
2 Neil' anno 1838, emendai ed accrebbi la pianta dei boschi sacri di
Roma, unitamente ai principali edifizì di essa, formata da Giovambattista
Agretti, che il figlio di lui Gaetano Agretti, diede poi ad incidere sotto la mia
direzione dal valente Filippo Troiani, che ne fece un mirabil lavoro. Venne
in luce con questo titolo : Pianta deli' aulica cillà di Roma con i suoi bo-
schi sacri e i principali edifizi restituiti nella loro integrilà, opera del fu
avvocalo Giambattista Agretti, perugino, principe della Filomoto-ligure e socio
d'altra Accademie d'Italia, con nuove cure ampliala, rettificala e corretta da
P. E. Visconti. Questa bella e grande incisione è divenuta della maggiore
rarità. L'Italia, e più specialmente il Lazio, gelosamente custodirono i bo-
schi, consecrati appunto dai più antichi tempi e coi più antichi culti, per
l'immensi vantaggi, che se ne traevano. Fra quali avevasi principale la sa-
lubrità delle diverse contrade, che difendevano dai mali affluire e dai venti
riconosciuti dannosi. Ora questi boschi sono stati quasi tutti distrutti, nò
si perdona ai pochi superstiti: con quanto utile della pubblica incolumità e
della privata economia, lascio volentieri che altri sei vegga.