Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 17.1889

DOI article:
Cantarelli, Luigi: L' iscrizione di Ancyra, [1]
DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.13631#0015
Overview
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext
V iscrizione di Ancyra

9

traversia, sia o no suscettibile di una soluzione soddisfacente. Co-
minciamo dalla opinione comune.

Nessun valido argomento può presentare, in suo favore, questa
ipotesi ; è facile quindi mostrarne la assoluta insostenibilità, per
due ragioni semplicissime, ma incontrovertibili. La prima, che
un testamento politico non può essere una mera enumerazione
di fatti, ma deve esporre i principi ai quali s'inspirò, nella
sua carriera politica, l'uomo di stato che lo compose e ai suc-
cessori di lui tracciare la via da percorrere nell'avvenire ('):
tutte cose queste che, nel nostro monumento, mancano affatto;
la seconda, che i requisiti o i caratteri di un vero testamento
politico si riscontrano, invece, nello scritto postumo di Augusto,
che porta il numero cinque della nostra enumerazione. Infatti,
codesto scritto, ricordato dal solo Dione Cassio, conteneva, come
si è visto, delle prescrizioni a Tiberio sull'amministrazione dello
stato, e fra le altre, quella di non ampliare i confini dell'im-
pero; di restringere il numero delle manumissioni; di non lar-
gheggiar troppo nel concedere il diritto di cittadinanza romana ;
di affidare il governo dello stato a persone esperte della cosa
pubblica; e di non accumulare tutto il potere sul capo di un
solo uomo; prescrizione questa che può sembrare strana, os-
serva giustamente il Duruy (Histoire des Romains, III, p. 313),
se consideriamo Augusto, come principe, ma conforme a tutta
la sua condotta politica e forse anche al suo intimo convinci-
mento. Tali erano le prescrizioni che Augusto lasciava al suo
successore nello scritto, ricordato da Dione ; ora se esso presenta,
come mi pare evidente, tutti i caratteri di un vero testamento
politico, ne viene da sè che la ipotesi comune, la quale confe-

(i) Cf. Mommsen, Hist. Zeilschrift, XXI, p. 385; Thédenat, 1. e, p. 112.
È strano che il Boissier (1. e, p. 736), contraddicendo all'opinione comune
da lui propugnata, sostenga poi che u les politiques ne sont gnère dans
l'usage d'aflìcher sur les murailles des temples les principes qui les diri-
gent, et de livrer ausai généreusement au puhlic les secrets de lutir conduite ».
 
Annotationen