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Sulle odierne scoperte del Campidoglio
munale, che a quell'epoca correva rapidissimo, spiega la noncu-
ranza per quelle preziose memorie.
Gli stemmi rinvenuti sono di varie epoche. Havvene uno
del giureconsulto Agamennone Marescotti di Bologna, che fu Se-
natore degli anni 1471 e 1494. Di lui l'anonimo Chigiano ci
aveva conservato le due iscrizioni dedicatorie, che doveano leg-
gersi sotto il suo stemma. Porse procedendo innanzi nel lavoro
potranno quelle rinvenirsi insieme alla parte mancante del suo
stemma. Un altro è della famiglia Colonna, e per la corona che
lo sormonta si dovrebbe congetturare che sia posteriore alla in-
coronazione di Ludovico il Bavaro, cioè all'anno 1328. Un altro,
per la impresa militare da cui è sermontato, dovette apparte-
nere ad un mileSj ma sul momento non possiamo decidere a chi
spetti.
Importantissimo è poi lo stemma di Roma perchè, dalla
corona angioina da cui è sormontato, dovrebbe dedursi che sia del
secolo XIII, cioè anteriore a quello della « rugitella del grano »
che rimonta alla seconda metà del secolo XIV. Altri quattro
stemmi non si poterono ancora sgombrare interamente dalla fac-
ciata moderna che li ricopre, richiedendo il diffìcile lavoro una
somma cautela.
Siccome tutti questi stemmi portano ancora le tracce del
colore, ed altri ne rimangono sul posto semplicemente dipinti,
così si ha un elemento tecnico per meglio determinare l'epoca
dell'edilìzio, nello stato in cui trovavasi pi-ima di Michelangelo.
Ma oltre a queste parti ornamentali sono apparse ancora
delle interessanti linee architettoniche, sulle quali però, per l'an-
gustissimo spazio dal quale si scorgono, non è possibile pronun-
ciare un sicuro giudizio. È certo che ai tempi di Michelangelo, la
facciata dovea presentarsi in quell'aspetto non di fortilizio,ma di pa-
lazzo fortificato, in cui trovavasi dopo la convenzione dell'anno 1404
fra Innocenzo VII ed il Popolo romano. Siccome però sappiamo
che la trasformazione convenuta non ebbe effetto immediato,
Sulle odierne scoperte del Campidoglio
munale, che a quell'epoca correva rapidissimo, spiega la noncu-
ranza per quelle preziose memorie.
Gli stemmi rinvenuti sono di varie epoche. Havvene uno
del giureconsulto Agamennone Marescotti di Bologna, che fu Se-
natore degli anni 1471 e 1494. Di lui l'anonimo Chigiano ci
aveva conservato le due iscrizioni dedicatorie, che doveano leg-
gersi sotto il suo stemma. Porse procedendo innanzi nel lavoro
potranno quelle rinvenirsi insieme alla parte mancante del suo
stemma. Un altro è della famiglia Colonna, e per la corona che
lo sormonta si dovrebbe congetturare che sia posteriore alla in-
coronazione di Ludovico il Bavaro, cioè all'anno 1328. Un altro,
per la impresa militare da cui è sermontato, dovette apparte-
nere ad un mileSj ma sul momento non possiamo decidere a chi
spetti.
Importantissimo è poi lo stemma di Roma perchè, dalla
corona angioina da cui è sormontato, dovrebbe dedursi che sia del
secolo XIII, cioè anteriore a quello della « rugitella del grano »
che rimonta alla seconda metà del secolo XIV. Altri quattro
stemmi non si poterono ancora sgombrare interamente dalla fac-
ciata moderna che li ricopre, richiedendo il diffìcile lavoro una
somma cautela.
Siccome tutti questi stemmi portano ancora le tracce del
colore, ed altri ne rimangono sul posto semplicemente dipinti,
così si ha un elemento tecnico per meglio determinare l'epoca
dell'edilìzio, nello stato in cui trovavasi pi-ima di Michelangelo.
Ma oltre a queste parti ornamentali sono apparse ancora
delle interessanti linee architettoniche, sulle quali però, per l'an-
gustissimo spazio dal quale si scorgono, non è possibile pronun-
ciare un sicuro giudizio. È certo che ai tempi di Michelangelo, la
facciata dovea presentarsi in quell'aspetto non di fortilizio,ma di pa-
lazzo fortificato, in cui trovavasi dopo la convenzione dell'anno 1404
fra Innocenzo VII ed il Popolo romano. Siccome però sappiamo
che la trasformazione convenuta non ebbe effetto immediato,