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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 39.1911

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Mancini, G.: Le recenti scoperte di antichità al Testaccio
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https://doi.org/10.11588/diglit.14881#0249
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Le recenti scoperte di antichità al Testacelo

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seconda via, ed a m. 13 di distanza, in direzione normale, sulla
sua sinistra. Ivi, a m. 3,50 di profondità dall'attuale piano di
campagna, si scoprirono dei tratti di muri reticolati, dello spes-
sore costante di m. 0,60, in direzione da est ad ovest, i quali,
meglio liberati dall' interramento, si riconobbero susseguirsi in
questo modo. Ad un tratto di muro lungo m. 2,15 seguiva una
soglia di travertino lunga m. 2,35, con la pedata di m. 0,40;
veniva poi un secondo tratto di muro lungo quanto il precedente,
e quindi una seconda soglia simile all'altra, poi un terzo tratto
di muro che non fu scoperto interamente, ma di certo uguale ai
due veduti interi. Venivano quindi ad alternarsi tratti di mu-
ratura ed ingressi a vani interni lungo un corridoio. Di questo
corridoio si vide un tratto del pavimento ad opera spicata, con
i mattoncini che la formavano lunghi m. 0,09, alti m. 0,042 e
dello spessore di m. 0,034.

Al disotto di questi resti, si riconobbe, per un breve tratto,
l'esistenza di una galleria sotterranea con le pareti e la vòlta
a pietrame. Essa aveva la stessa direzione dei tratti di muri
suddescritti, ed in corrispondenza del cervello della vòlta, tra
questa ed il pavimento spicato, si rinvennero, connesse l'ima al-
l'altra ed ancora al posto, cinque fistule acquane di piombo
(lunghe rispettivamente m. 2,20; 1,96; 1,46; 1,20; 0,50 e del
diametro variante da m. 0,13 a m. 0,085). Ciascuna di esse,
presso le due estremità, reca in rilievo la seguente leggenda,
che ora per la prima volta apparisce nelle antiche condutture:

nIMP • HADRIANI • AVG ■ N SVB • CVRA #
MARCI ■ CYRENICI • PROC ■ AVG • FEC ■ LVCIFER • LIB

Col nome dell' imperatore Adriano, che aveva la proprietà
dell'acqua, parecchi tubi sono conosciuti ; e portano, secondo l'uso
quasi costante, anche il nome del procuratore imperiale che ebbe
la cura della perduzione dell'acqua, e quello dello stagnaio che
 
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