riguardante la topografìa di Roma
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Da un esame più attento risulta che 1' autore attinse alla
Topograpìria del Marliano, e più precisamente alla seconda edi-
zione pubblicata nel 1544: si ha dunque un terminus post quem
per la compilazione di questo testo che può, senza errore, essere
detto un compendio dell'opera del Marliano sfrondata dalle cita-
zioni delle fonti classiche e dalle discussioni dell'autore.
Questo rapporto d'immediata dipendenza è dimostrato:
1°) dalla disposizione generale della materia, fatta in
base a concetti esclusivamente topografici. La divisione in zone,
corrispondente ai colli ed alle valli interposte, ha pieno riscontro
nel Marliano, il quale, com'è noto, in ciò si discosta dalla sua
principale fonte, il Fulvio, attenutoci principalmente all'aggrup-
pamento dei monumenti a seconda del loro genere. Soltanto nel-
l'ultima parte, dedicata alle acque di Eoma, il nostro testo si
allontana dal Marliano. in quanto riunisce in un solo capitolo
le notizie sulle acque da questi fornite nel corso dell'opera. Ma
la divergenza si limita a questa riunione ; le notizie derivano
direttamente dal Marliano; e la presenza di alcuni particolari
ammessi da lui e trascurati dal Fulvio, come ad esempio le
misure relative agli acquedotti, dimostrano che. se la probabile
conoscenza dell'opera del Fulvio potè esercitare qualche influsso
sul compilatore, questo però non giunse a fargli abbandonare la
sua fonte preferita. Notevole è anche come qui ricorrano tutte
•le caratteristiche dell'ordinamento adottato dal Marliano, prima
tra le quali la suddivisione del Foro romano in Foro propria-
mente detto, Comitium e valle tra il Capitolino e il Palatino;
2°) dall'ordine di enumerazione dei monumenti nelle sin-
gole zone, esattamente conforme a quello seguito dal Marliano ;
3°) dal contenuto delle annotazioni topografiche le quali
riproducono, sempre le idee, spesso anche le parole del Mar-
liano.
Anche la estensione e la precisione delle notizie risentono
della fonte, fedelmente rispecchiata anche là dove essa, non po-
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Da un esame più attento risulta che 1' autore attinse alla
Topograpìria del Marliano, e più precisamente alla seconda edi-
zione pubblicata nel 1544: si ha dunque un terminus post quem
per la compilazione di questo testo che può, senza errore, essere
detto un compendio dell'opera del Marliano sfrondata dalle cita-
zioni delle fonti classiche e dalle discussioni dell'autore.
Questo rapporto d'immediata dipendenza è dimostrato:
1°) dalla disposizione generale della materia, fatta in
base a concetti esclusivamente topografici. La divisione in zone,
corrispondente ai colli ed alle valli interposte, ha pieno riscontro
nel Marliano, il quale, com'è noto, in ciò si discosta dalla sua
principale fonte, il Fulvio, attenutoci principalmente all'aggrup-
pamento dei monumenti a seconda del loro genere. Soltanto nel-
l'ultima parte, dedicata alle acque di Eoma, il nostro testo si
allontana dal Marliano. in quanto riunisce in un solo capitolo
le notizie sulle acque da questi fornite nel corso dell'opera. Ma
la divergenza si limita a questa riunione ; le notizie derivano
direttamente dal Marliano; e la presenza di alcuni particolari
ammessi da lui e trascurati dal Fulvio, come ad esempio le
misure relative agli acquedotti, dimostrano che. se la probabile
conoscenza dell'opera del Fulvio potè esercitare qualche influsso
sul compilatore, questo però non giunse a fargli abbandonare la
sua fonte preferita. Notevole è anche come qui ricorrano tutte
•le caratteristiche dell'ordinamento adottato dal Marliano, prima
tra le quali la suddivisione del Foro romano in Foro propria-
mente detto, Comitium e valle tra il Capitolino e il Palatino;
2°) dall'ordine di enumerazione dei monumenti nelle sin-
gole zone, esattamente conforme a quello seguito dal Marliano ;
3°) dal contenuto delle annotazioni topografiche le quali
riproducono, sempre le idee, spesso anche le parole del Mar-
liano.
Anche la estensione e la precisione delle notizie risentono
della fonte, fedelmente rispecchiata anche là dove essa, non po-