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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 47.1919

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Cantarelli, Luigi: Antonio Héron de Villefosse e l'avorio Barberini
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https://doi.org/10.11588/diglit.14889#0231
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f Vavorio Barberini

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plusieurs pièce? semblables en messine matière d'ivoire, qui seront

bien avec celle là.................. D'Aix, ce 29 ottobre 1625» (H

L'Hécon de Villefosse, commentando questa lettera, nota giu-
stamente che il cimelio offerto dal Peiresc in dono al cardinale Bar-
berini, è perfettamente identico, come risulta dalla breve descri-
zione contenuta nella lettera stessa, all'avorio acquistato dal Louvre
e che nel 1625 si trovava nel medesimo stato di oggi. Difatti, que-
sto avorio che, come ha dimostrato lo Sehlumberger, formava uno
dei lati della rilegatura di un manoscritto, in origine si componeva
di cinque parti, una delle quali, come al tempo del Peiresc. è per-
duta. 1. La parte centro le rappresenta un imperatore a cavallo che
tiene in mano una lancia con la punta in basso. Secondo lo Sehlum-
berger, l'imperatore sarebbe Giustiniano; secondo lo Strzygo\vski(2),
Costantino ; il Diehl, invece, consentendo nell'opinione di Ainalof,
sostiene che l'avorio, qualunque sia il personaggio rappresenta-
tovi, debba attribuirsi ai sesto secolo (3), e questa ipotesi si acco-
sterebbe a quella del Peiresc, il quale, come si e visto dalle sue
stesse parole, ravvisa nell'imperatore a cavallo Eraclio e lo ravvisa
non in forma dubitativa, ma perentoria. — 2. Nella parte superiore
vedesi un busto (Cristo ) con una croce. - 3. Nella parte sinistra, un
giovane principe che porta una vittoria. - 4. Nella parte inferiore,
alcune provincie prigioniere. La parte destra è mancante e man-
cava già al tempo del Peiresc, il quale, altrimenti, l'avrebbe senza
dubbio descritta ; e tale mancanza era notata pure dal Gori. Nel
suo rovescio l'avorio presenta le tracce di una scrittura antica
nella quale l'Omont, a richiesta del Villefosse, riconobbe una lunga
lista non completa, di nomi, circa 350, di uomini e di donne disposti
in sei colonne le cui prime due mancano quasi del tutto a cagione
della scomparsa della parte destra dell'avorio. Molti di questi nomi
paiono essere, quelli dei fedeli cristiani della riva del Reno e special-

(!) Ltitres de Peiresc, VI, n. LXXXIX, p. 297 seg.

(2) Hellenislische und koptische Kunst. citato dal Diehl (v. nota terza).

(3) Manuel d'Art Bùantin (Paris, 1910), p. 273 e 275.
 
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