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Teorie estetiche degli antichi
Eerodoto, che ha varie occasioni di descrivere, dimostra poco
metodo e nessun interessamento in genere per le città che egli no-
mina. La città di Agbatana (') è nominata soltanto per la difesa
delle sue mura, e nulla contiene l'accenno che egli fa alla città li-
gnea dei Budini (2). Breve sempre nelle sue descrizioni, pur essendo
incitato a descrivere, più che altro lo interessa la vita che non il
monumento. La più pittorica fra tutte è quella di Babilonia che egli
dice essere « la più notevole e forte fra tutte le città assire, di forma
quadrata, con 120 stadii di lunghezza per ogni lato ; un fossato
difeso da mura gira intorno. Sull'orlo delle mura, che hanno 100
porte di bronzo, sono costruite piccole case basse. La città è divisa
in due parti dall'Eufrate : ogni parte è difesa da mura proprie che
girano anche sul fiume; la città, con le sue case di tre e quattro
piani, è tagliata da strade diritte, tanto parallelamente quanto
trasversalmente al fiume, e le porte nelle mura sono in corri-
spondenza con le strade. Nel mezzo di queste due parti della città
c'è una seconda cinta di mura; una circonda il palazzo reale,
l'altra il tempio di Bel » (3).
Tale, riassunta nelle sue essenziali caratteristiche, la descri-
zione che non contiene quindi alcun apprezzamento estetico e
poco importa se risponda o no a realtà (4). Lo stesso si deve os-
servare per la descrizione del tempio di Bubastis « circondato da
un canale bene ombreggiato e posto in mezzo alla città in modo
che lo si vede da ogni porta » (5), perchè, pur essendo questa la
descrizione più dettagliata che abbia fatto Erodoto, è limitata
soltanto al tempio, e solo le poche parole citate si riferiscono allo
scenario.
Diodoro, nella descrizione di Tebe, è più vasto ; ma anche lui
non si solleva ad una descrizione estetica (6). Un apprezzamento di
(1) I, 98.
(2) IV, 108. • ,
. (3) I, 178. . . , . ' ' ' ■
(4) Cfr., su questo, Haverfield, np. cit., p. 24.
(5) II, 138.
(6) I, 47,49.
Teorie estetiche degli antichi
Eerodoto, che ha varie occasioni di descrivere, dimostra poco
metodo e nessun interessamento in genere per le città che egli no-
mina. La città di Agbatana (') è nominata soltanto per la difesa
delle sue mura, e nulla contiene l'accenno che egli fa alla città li-
gnea dei Budini (2). Breve sempre nelle sue descrizioni, pur essendo
incitato a descrivere, più che altro lo interessa la vita che non il
monumento. La più pittorica fra tutte è quella di Babilonia che egli
dice essere « la più notevole e forte fra tutte le città assire, di forma
quadrata, con 120 stadii di lunghezza per ogni lato ; un fossato
difeso da mura gira intorno. Sull'orlo delle mura, che hanno 100
porte di bronzo, sono costruite piccole case basse. La città è divisa
in due parti dall'Eufrate : ogni parte è difesa da mura proprie che
girano anche sul fiume; la città, con le sue case di tre e quattro
piani, è tagliata da strade diritte, tanto parallelamente quanto
trasversalmente al fiume, e le porte nelle mura sono in corri-
spondenza con le strade. Nel mezzo di queste due parti della città
c'è una seconda cinta di mura; una circonda il palazzo reale,
l'altra il tempio di Bel » (3).
Tale, riassunta nelle sue essenziali caratteristiche, la descri-
zione che non contiene quindi alcun apprezzamento estetico e
poco importa se risponda o no a realtà (4). Lo stesso si deve os-
servare per la descrizione del tempio di Bubastis « circondato da
un canale bene ombreggiato e posto in mezzo alla città in modo
che lo si vede da ogni porta » (5), perchè, pur essendo questa la
descrizione più dettagliata che abbia fatto Erodoto, è limitata
soltanto al tempio, e solo le poche parole citate si riferiscono allo
scenario.
Diodoro, nella descrizione di Tebe, è più vasto ; ma anche lui
non si solleva ad una descrizione estetica (6). Un apprezzamento di
(1) I, 98.
(2) IV, 108. • ,
. (3) I, 178. . . , . ' ' ' ■
(4) Cfr., su questo, Haverfield, np. cit., p. 24.
(5) II, 138.
(6) I, 47,49.