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Iscrizioni di S. Silvestro in Capite

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Chiudo questo breve preambolo invitando i lettori ad avere
una certa indulgenza nel caso riscontrassero che qualcuna di queste
epigrafi fosse già pubblicata : errore tanto più facile, data la man-
canza di indici nel VI volume del Corpus e data anche la possi-
bilità che qualche iscrizione, pubblicata integra, sia stata da me
invece vista in istato frammentario, come ho constatato per qualcuna.

Vada infine il mio ringraziamento al eh. pr.jf. Mancini che
ha voluto aiutarmi nei punti difficili qua e là incontrati.

Sacrae.

1) Frammento di statua su base iscritta.

Della statua non rimane se non la parte inferiore: si scorgono
i piedi entro sandali, uscenti fuori del chitone che giunge sino
a terra. Piede destro leggerissimamente sollevato. Nella base,
sotto l'iscrizione, si nota un foro semicircolare (diametro cm. 10)
che traversa la base in tutta la sua profondità; AM, della statua,
senza la base, cm. 10; A, della base, cm. 21; L, della base,
cm. 55 ; 1, 55:

FORTVNAE
PLOTIAN AE

L'appellativo è tratto dalla famiglia dei Plotii, analogamente
a quel che riscontriamo con altri appellativi della medesima divi-
nità. Nel Dizionario epigr. di E. de Ruggero, s.v. « Fortuna » (Breccia)
sono elencati sei appellativi gentilizii : Crassiana, Flavia, Iuve-
niana, Pientiana, Torquatiana, Tulliana. Gli stessi sono elencati
in Roscher, Lex. der Myih. s. v. « Fortuna », colonna 1521. Quasi
certamente questo frammento coincide con « la parte inferiore
d'una statua panneggiata » rinvenuta negli scavi praticati sotto
l'abside della chiesa, di cui è menzione in Bull. coni. 1908, p. 87,
ed in Not.Sc. 1908, p. 172 ; però in nessuno dei due passi citati
viene menzionata l'epigrafe.

Per quel che si può capire da quel poco che è rimasto, la
statua intiera doveva essere una replica del tipo esemplificato in

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