PIETRO CATANEO E GIORGIO MARTINI
Di piu, cosa assai interessante, non si limita alla copia del disegno e del testo, ma imita
con grande evidenza il carattere quattrocentesco, carattere, si noti, in cui non e scritto
ne il codice fiorentino, ne il saluzziano, ne il laurenziano.
Da cid e lecito inferire ehe egli prenda la materia da un Codice X del Martini, a noi
sconosciuto, di cui copi anche il carattere, pure esso abbozzo del trattato e miscellanea,
il quale contenesse i disegni del laurenziano e del fiorentino, con simile disposizione, con
grandi somiglianze e con il trattato sui pondi e tirari1. Che il Cataneo, senese e giä indi-
rizzato all'architettura militare, studiasse e ricopiasse i disegni del concittadino Martini,
celebre appunto come architetto militare e di cui la fama doveva essere altissima, e cosa
possibile e naturale; ma difficilmente invece avrebbe potuto avere sott'occhio un opuscolo
di cui abbiamo vaga e quanto mai incerta notizia, ehe avrebbe dovuto esser rarissimo di
L. B. Alberti, noto si come architetto, ma ehe non ebbe sui pratici ehe una tarda
influenza.
Verremo allora ad attribuire la paternitä del Cod. laurenz. Ashburn. 361 a Francesco.
E poi sintomatico il trovarsi accodato a tutti i suoi codici, trattati e disegni sui mulini e
le leve. Ci appare quindi del tutto impossibile l'attribuzione fatta dal Mancini a L. B.
Alberti. Lo stesso stile su cui e scritto il trattato ben si differenzia dalle opere volgari
dell'Alberti.
Concludendo possiamo giustamente credere ehe il Cod. Ashburn. 361 sia uno dei tanti
abbozzi ehe il Martini andd componendo durante tutta la sua vita e ehe il Cataneo
copiasse i disegni, derivati dal cod. fiorentino e dal cod. laurenziano, da un codice X del
Martini a noi sconosciuto.
1 In ogni modo il fiorentino II, i. i, sarebbe la forma migliore e piu completa a cui saremmo arrivati attraverso i nume-
rosi codici minori. (Si ricordi ehe il Vasari dice aver composto Francesco di Giorgio «alcuni libri di cosi fatti istrumenti».)
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Di piu, cosa assai interessante, non si limita alla copia del disegno e del testo, ma imita
con grande evidenza il carattere quattrocentesco, carattere, si noti, in cui non e scritto
ne il codice fiorentino, ne il saluzziano, ne il laurenziano.
Da cid e lecito inferire ehe egli prenda la materia da un Codice X del Martini, a noi
sconosciuto, di cui copi anche il carattere, pure esso abbozzo del trattato e miscellanea,
il quale contenesse i disegni del laurenziano e del fiorentino, con simile disposizione, con
grandi somiglianze e con il trattato sui pondi e tirari1. Che il Cataneo, senese e giä indi-
rizzato all'architettura militare, studiasse e ricopiasse i disegni del concittadino Martini,
celebre appunto come architetto militare e di cui la fama doveva essere altissima, e cosa
possibile e naturale; ma difficilmente invece avrebbe potuto avere sott'occhio un opuscolo
di cui abbiamo vaga e quanto mai incerta notizia, ehe avrebbe dovuto esser rarissimo di
L. B. Alberti, noto si come architetto, ma ehe non ebbe sui pratici ehe una tarda
influenza.
Verremo allora ad attribuire la paternitä del Cod. laurenz. Ashburn. 361 a Francesco.
E poi sintomatico il trovarsi accodato a tutti i suoi codici, trattati e disegni sui mulini e
le leve. Ci appare quindi del tutto impossibile l'attribuzione fatta dal Mancini a L. B.
Alberti. Lo stesso stile su cui e scritto il trattato ben si differenzia dalle opere volgari
dell'Alberti.
Concludendo possiamo giustamente credere ehe il Cod. Ashburn. 361 sia uno dei tanti
abbozzi ehe il Martini andd componendo durante tutta la sua vita e ehe il Cataneo
copiasse i disegni, derivati dal cod. fiorentino e dal cod. laurenziano, da un codice X del
Martini a noi sconosciuto.
1 In ogni modo il fiorentino II, i. i, sarebbe la forma migliore e piu completa a cui saremmo arrivati attraverso i nume-
rosi codici minori. (Si ricordi ehe il Vasari dice aver composto Francesco di Giorgio «alcuni libri di cosi fatti istrumenti».)
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