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dalla pestilenza. Dopo pochi mesi dall' ultimo contagio erano
morti ottomila abitanti (allora ne avea 45 mila). Alla peste si ag-
giunse nel 4630 il travaglio della fame. - Due memorabili assedi so-
stenne Torino dai Francesi, uno nei 4640, l'altro nel 4706: il primo
nella guerra civile per la reggenza degli Stati affidati a Cristina di
Francia, madre del fanciullo Carlo Emanuele 11; il secondo nella
guerra per la successione di Spagna. In quest' ultimo assedio, da
cui fu liberata mercè i soccorsi del principe Francesco Eugenio di
Savoja, che il 7 settembre sbaragliò l'oste francese, brillò l'eroismo
di Pietro Micca, minatore, il quale, mentre il nemico irrompeva
nella cittadella, diede fuoco ad una mina, balzando in aria il primo
e con lui tre compagnie di granatieri francesi ed una batteria ne-
mica. La cittadella di Torino, durante il sempre memorabile asse-
dio del 4706, tirò 6,000 bombe, 75,000 colpi di cannone, più 70,000 di
petriere, ed entrarono nella città e nella cittadella 36,800 bombe ne-
miche e vi si scagliarono 300,700 cannonate, senza contare le granate
ed i mortai di pietra. Questa battaglia di Torino fece perdere l'I¬
talia alla Francia e Spagna. Pel trattato d'Utrecht, Vittorio Ame-
deo Il ricevette la corona reale di Sicilia, che fu poi costretto con
insigne malafede a mutare nel 4748 con quella di Sardegna. Occu-
pata dai Francesi nel 4798 coll'espulsione di Carlo Emanuele IV, fu
presa dagli Austro-Russi nel maggio 4799; i Francesi si ritirarono
nella cittadella; ma poi, vincitori a Marengo nel 4802, la riunirono
alla loro repubblica. Durante l'impero napoleonico, Torino fu ca-
poluogo della 27a divisione e sede del principe Camillo Borghese,
cognato dell'imperatore, col titolo di governatore generale dei di-
partimenti di qua delle Alpi. Torino ridivenne sede dei re sabaudi
il 20 maggio 4844; e tale rimase fino al 4864, nella qual' epoca, in
causa della costituzione dei regno d'Italia, venne decretato il prov-
visorio trasferimento della capitale in Firenze. — Torino è patria
dei Balbo, di Baretti, di Lagrange, di Gioberti, di Nota, ecc.
TOPOGRAFIA E STATISTICA. — Già capitale del Piemonte,
Torino e circondata a qualche distanza dalla catena delle Alpi, si-
tuata in una pianura fertile, irrigata dal Po, sulla riva sinistra od
al confluente dì questo fiume, disceso dal Monte Viso e dalla Dora
Riparia. È il centro di quasi tutto il traffico della seta che forma
il principale oggetto d'esportazione del Piemonte. Oggetti princi-
pali d'industria e commercio sono: coloniali, porcellane, maioli-
che, velluti, stoffe, vetri, libri, chincaglierie, ferri, ecc. Conta
abitanti 204,000. Le vie di Torino, tagliandosi quasi tutte ad angolo
retto, contribuiscono ad imprimere alla città un aspetto di rego-
larità tale, che da molti stranieri è persino giudicata monotonia.
Queste strade del resto sono tenute con cura grandissima. Quat-
tro sezioni dividono Torino ed essa ha sette borghi. Il perimetro
della città, preso tra il limite edificato è di chilometri 8,5; la mag-
giore lunghezza presa dalla Chiesa della Gran Madre di Dio alla
Piramide Beccaria è di m. 2800. Torino ha aria pura e salubre; ma,
per la vicinanza delle Alpi, la sua temperatura è talvolta, nell'in-
verno, molto rigida.
dalla pestilenza. Dopo pochi mesi dall' ultimo contagio erano
morti ottomila abitanti (allora ne avea 45 mila). Alla peste si ag-
giunse nel 4630 il travaglio della fame. - Due memorabili assedi so-
stenne Torino dai Francesi, uno nei 4640, l'altro nel 4706: il primo
nella guerra civile per la reggenza degli Stati affidati a Cristina di
Francia, madre del fanciullo Carlo Emanuele 11; il secondo nella
guerra per la successione di Spagna. In quest' ultimo assedio, da
cui fu liberata mercè i soccorsi del principe Francesco Eugenio di
Savoja, che il 7 settembre sbaragliò l'oste francese, brillò l'eroismo
di Pietro Micca, minatore, il quale, mentre il nemico irrompeva
nella cittadella, diede fuoco ad una mina, balzando in aria il primo
e con lui tre compagnie di granatieri francesi ed una batteria ne-
mica. La cittadella di Torino, durante il sempre memorabile asse-
dio del 4706, tirò 6,000 bombe, 75,000 colpi di cannone, più 70,000 di
petriere, ed entrarono nella città e nella cittadella 36,800 bombe ne-
miche e vi si scagliarono 300,700 cannonate, senza contare le granate
ed i mortai di pietra. Questa battaglia di Torino fece perdere l'I¬
talia alla Francia e Spagna. Pel trattato d'Utrecht, Vittorio Ame-
deo Il ricevette la corona reale di Sicilia, che fu poi costretto con
insigne malafede a mutare nel 4748 con quella di Sardegna. Occu-
pata dai Francesi nel 4798 coll'espulsione di Carlo Emanuele IV, fu
presa dagli Austro-Russi nel maggio 4799; i Francesi si ritirarono
nella cittadella; ma poi, vincitori a Marengo nel 4802, la riunirono
alla loro repubblica. Durante l'impero napoleonico, Torino fu ca-
poluogo della 27a divisione e sede del principe Camillo Borghese,
cognato dell'imperatore, col titolo di governatore generale dei di-
partimenti di qua delle Alpi. Torino ridivenne sede dei re sabaudi
il 20 maggio 4844; e tale rimase fino al 4864, nella qual' epoca, in
causa della costituzione dei regno d'Italia, venne decretato il prov-
visorio trasferimento della capitale in Firenze. — Torino è patria
dei Balbo, di Baretti, di Lagrange, di Gioberti, di Nota, ecc.
TOPOGRAFIA E STATISTICA. — Già capitale del Piemonte,
Torino e circondata a qualche distanza dalla catena delle Alpi, si-
tuata in una pianura fertile, irrigata dal Po, sulla riva sinistra od
al confluente dì questo fiume, disceso dal Monte Viso e dalla Dora
Riparia. È il centro di quasi tutto il traffico della seta che forma
il principale oggetto d'esportazione del Piemonte. Oggetti princi-
pali d'industria e commercio sono: coloniali, porcellane, maioli-
che, velluti, stoffe, vetri, libri, chincaglierie, ferri, ecc. Conta
abitanti 204,000. Le vie di Torino, tagliandosi quasi tutte ad angolo
retto, contribuiscono ad imprimere alla città un aspetto di rego-
larità tale, che da molti stranieri è persino giudicata monotonia.
Queste strade del resto sono tenute con cura grandissima. Quat-
tro sezioni dividono Torino ed essa ha sette borghi. Il perimetro
della città, preso tra il limite edificato è di chilometri 8,5; la mag-
giore lunghezza presa dalla Chiesa della Gran Madre di Dio alla
Piramide Beccaria è di m. 2800. Torino ha aria pura e salubre; ma,
per la vicinanza delle Alpi, la sua temperatura è talvolta, nell'in-
verno, molto rigida.