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contessa Matilde; sofferse molto assedi ; e, morta Matilde,
costituissi in repubblica. Nel 4474 cominciarono civili discor-
die, e un tumulto popolare, suscitato dalla potente famiglia
degli Uberti, insanguinò la città; si pugnò di via in via, di torre,
in torre, di casa in casa, per tre anni, essendo il comune di-
viso In due partiti, Nel 4207 il partito aristocratico riformò la
costituzione, introducendovi, qual nuovo magistrato, il Podestà.
Guerreggiò, colle diverse comuni toscane. Nel 4215, un giovane
della famiglia de' Buondelmonti, fidanzato a una figlia degli
Amedei, parenti degli Uberti, mancò alla fede sposando invece
una ragazza della famiglia de' Donati : gli Uberti e loro ade-
renti pugnalarono lo spergiuro nella strada, e il popolo solle-
vossi a tumulto, dividendosi nei due partiti di quelle famiglie,
insanamente scannandosi per quistioni private di due casane
aristocratiche. La rinnovazione della lotta fra 1' Impero e la
Chiesa divise la città in due nuovi partiti, guelfi e ghibellini,
che s'azzuffarono; si pugnò di giorno, si pugnò di notte, per
le vie, per le torri, per le case, inaffiando la città di sangue,
la repubblica contristando colle scissure, esulando intere fa-
miglie de' perdenti, a cui erarì.confiscati ir beni ; questi, ordi-
nandosi poscia in armi, aggredivano di nuovo i vincenti. Sor-
sero poscia le fazioni dei Bianchi e dèi Neri a contristar la
patria ; talché, indebolita, Firenze ebbe sconfitte nel 4515 da
Uguccione della Faggiuola, e nel 4525 ad Altopàscio da Ca-
stracelo Castracane. Ebbe carestia nel 4546 e 4547 : peste nel
4518: poscia invasione dei Visconti nel suo territorio. I Vi-
sconti rinnovarono l' invasione nel 4424 con tre" sconfitte dei
Fiorentini, indebolita la città per diserzioni, e stanchi i cit-
tadini di quella sorte, si ricorse a re Roberto di Napoli che,
speditovi Gualtiero di Brienna, duca d' Atene, fu acclamato
signore della città; ed egli cominciò il governo col sopprimere
molte istituzioni liberali, col dannare a morte molti citta-
dini, coll' esiliarne móltissimi altri delle più ricche famiglie,
preponendo stranieri alle magistrature, sommariamente ese-
guendo le loro sentenze, e smungendo 400,000 fiorini d' oro
che mandò a Napoli. Reso odioso, fu, per popolare sollevazione,
obbligato, nel 6 di agosto del 4345. a lasciar Firenze. I nobili
voleano subentrare nel governo; ma, rinsavito per un momento
il popolo dalle patite sciagure, li attaccò e dopo sanguinosa
zuffa vennero quelli sconfitti, fugati e le loro case saccheggiate
ed arse.
Questa si fu l'ultima lotta, dei nobili a Firenze. Ma pochi anni
dopo sorse nuova contesa fra due potenti famiglie popolane,
gli Albizzi e i Ricci, onde si divise di nuovo la città in due
partiti. Finalmente gli Albizzi ebbero il sopravvento, e, dopo esi-
liati molti cittadini di parte contraria, ordinarono un governo
tutto composto di ricchi popolani. Il modo con cui gli Albizzi
e poscia i Medici riuscirono a ghermire il potere dello Stato, si
fu di collocare l'assemblea generale del popolo nella gran piazza
contessa Matilde; sofferse molto assedi ; e, morta Matilde,
costituissi in repubblica. Nel 4474 cominciarono civili discor-
die, e un tumulto popolare, suscitato dalla potente famiglia
degli Uberti, insanguinò la città; si pugnò di via in via, di torre,
in torre, di casa in casa, per tre anni, essendo il comune di-
viso In due partiti, Nel 4207 il partito aristocratico riformò la
costituzione, introducendovi, qual nuovo magistrato, il Podestà.
Guerreggiò, colle diverse comuni toscane. Nel 4215, un giovane
della famiglia de' Buondelmonti, fidanzato a una figlia degli
Amedei, parenti degli Uberti, mancò alla fede sposando invece
una ragazza della famiglia de' Donati : gli Uberti e loro ade-
renti pugnalarono lo spergiuro nella strada, e il popolo solle-
vossi a tumulto, dividendosi nei due partiti di quelle famiglie,
insanamente scannandosi per quistioni private di due casane
aristocratiche. La rinnovazione della lotta fra 1' Impero e la
Chiesa divise la città in due nuovi partiti, guelfi e ghibellini,
che s'azzuffarono; si pugnò di giorno, si pugnò di notte, per
le vie, per le torri, per le case, inaffiando la città di sangue,
la repubblica contristando colle scissure, esulando intere fa-
miglie de' perdenti, a cui erarì.confiscati ir beni ; questi, ordi-
nandosi poscia in armi, aggredivano di nuovo i vincenti. Sor-
sero poscia le fazioni dei Bianchi e dèi Neri a contristar la
patria ; talché, indebolita, Firenze ebbe sconfitte nel 4515 da
Uguccione della Faggiuola, e nel 4525 ad Altopàscio da Ca-
stracelo Castracane. Ebbe carestia nel 4546 e 4547 : peste nel
4518: poscia invasione dei Visconti nel suo territorio. I Vi-
sconti rinnovarono l' invasione nel 4424 con tre" sconfitte dei
Fiorentini, indebolita la città per diserzioni, e stanchi i cit-
tadini di quella sorte, si ricorse a re Roberto di Napoli che,
speditovi Gualtiero di Brienna, duca d' Atene, fu acclamato
signore della città; ed egli cominciò il governo col sopprimere
molte istituzioni liberali, col dannare a morte molti citta-
dini, coll' esiliarne móltissimi altri delle più ricche famiglie,
preponendo stranieri alle magistrature, sommariamente ese-
guendo le loro sentenze, e smungendo 400,000 fiorini d' oro
che mandò a Napoli. Reso odioso, fu, per popolare sollevazione,
obbligato, nel 6 di agosto del 4345. a lasciar Firenze. I nobili
voleano subentrare nel governo; ma, rinsavito per un momento
il popolo dalle patite sciagure, li attaccò e dopo sanguinosa
zuffa vennero quelli sconfitti, fugati e le loro case saccheggiate
ed arse.
Questa si fu l'ultima lotta, dei nobili a Firenze. Ma pochi anni
dopo sorse nuova contesa fra due potenti famiglie popolane,
gli Albizzi e i Ricci, onde si divise di nuovo la città in due
partiti. Finalmente gli Albizzi ebbero il sopravvento, e, dopo esi-
liati molti cittadini di parte contraria, ordinarono un governo
tutto composto di ricchi popolani. Il modo con cui gli Albizzi
e poscia i Medici riuscirono a ghermire il potere dello Stato, si
fu di collocare l'assemblea generale del popolo nella gran piazza