52
MEZZI DI TRASPORTO. - Pacchebotti delle Messaggerie imperiali.
— Rubatiino e C. di Genova; battelli-posta italiani, da Genova a
Livorno, Palermo, l'isola d'Elba, la Sardegna e la Corsica. —
Peirano, Danovaro e C., servizio postale di navigazione a vapore:
viaggio quotidiano fra Genova e Napoli toccando Livorno; viaggio
ebdomadario da Marsiglia a Genova, Ancona, toccando Napoli,
Reggio, Messina, Catania, Taranto, Corfù, Brindisi, Bari, Manfre-
donia e Termoli. — Valery fratelli; pacchebotti-posta da Genova
a Livorno, Civitavecchia, Napoli, Messina, Nizza e Marsiglia. Indi-
rizzarsi a Genova, piazza Banchi, 23.
VETTURE. — Trovasi sulla piazza dell'Annunziata gran numero
di vetture per tutte le direzioni.
CITTADINE. — Sulle piazze dell'Annunciata, della Posta, del
Teatro. La corsa so centesimi ; l'ora L, 4,50, e L. 2 di notte.
OMNIBUS. — Attraversano la città in parecchie direzioni. La
corsa so centesimi.
Cenno storico.
La storia antica della città di Genova è la storia della Liguria.
Tito Livio fa menzione di Genova negli annali della seconda guerra
punica. Magone, fratello d'Annibale, giunto in Italia con una flotta,
ia scoperse e la distrusse interamente. Scossa la dominazione ro-
mana, vuoisi che Genova non andasse soggetta, realmente, nè ai Goti
nè ai Longobardi, nè ai Franchi. Nel X secolo i Mori presero Genova,
e la devastarono, menando séco un gran numero di schiavi ; ma i
Genovesi superstiti, inseguendo i ladroni, li raggiunsero all'isolotto
dell' Asinara e li combatterono con segnalato trionfo. Nel XI secolo
i Genovesi costituirono il comune 0 la campagna, come la chiama-
vano, e l' affidarono al governo dei consoli. Quarantaquattro anni
dopo rifecero leggi di difesa e di giustizia. Il governo consolare
benemeritò della patria per le fazioni per Corsica, per Sardegna
per le Baleari e per Terrasanta, non che per l'abbassamento di Pisa
e dei baroni delle riviere e pel commercio dilatato in Soria e nella
Spagna e pei trattati conclusi col sultano d' Egitto. Alla lega
Lombarda, Genova diede aiuto di denaro, negò aiuto d' armi. L'im-
peratore vinto a Legnano, aizzò le divisioni e i partiti nella città,
e, mentre i Genovesi più ardenti di libertà muovevano per la
terza volta in Palestina, gli aristocratici mutarono il governo.
Genova, non feudo d' impero, non presa, non data, accettò il po-
destà e posevi al fianco otto nobili. Il governo del podestà durò
ottanta anni (4491-4274) e fu procelloso. Esperimentarono poscia
un capitanato del popolo che durò 69 anni frammezzo ai tumulti,
ma non senza gloria, perocché fu avventuroso di sodare la via
al mar Nero e di allargare nuovamente il potere del popolo.
Gli Spinola, i Dorià, i Fieschi, i Grimaldi furono i capi dei par-
titi che divisero la città. Per ritenere i feudatari bisognò alla
repubblica prendere armi straniere; poi era necessità mandare
in Africa e in Asia. Presero Antiochia, indi Gerusalemme. Avendo
MEZZI DI TRASPORTO. - Pacchebotti delle Messaggerie imperiali.
— Rubatiino e C. di Genova; battelli-posta italiani, da Genova a
Livorno, Palermo, l'isola d'Elba, la Sardegna e la Corsica. —
Peirano, Danovaro e C., servizio postale di navigazione a vapore:
viaggio quotidiano fra Genova e Napoli toccando Livorno; viaggio
ebdomadario da Marsiglia a Genova, Ancona, toccando Napoli,
Reggio, Messina, Catania, Taranto, Corfù, Brindisi, Bari, Manfre-
donia e Termoli. — Valery fratelli; pacchebotti-posta da Genova
a Livorno, Civitavecchia, Napoli, Messina, Nizza e Marsiglia. Indi-
rizzarsi a Genova, piazza Banchi, 23.
VETTURE. — Trovasi sulla piazza dell'Annunziata gran numero
di vetture per tutte le direzioni.
CITTADINE. — Sulle piazze dell'Annunciata, della Posta, del
Teatro. La corsa so centesimi ; l'ora L, 4,50, e L. 2 di notte.
OMNIBUS. — Attraversano la città in parecchie direzioni. La
corsa so centesimi.
Cenno storico.
La storia antica della città di Genova è la storia della Liguria.
Tito Livio fa menzione di Genova negli annali della seconda guerra
punica. Magone, fratello d'Annibale, giunto in Italia con una flotta,
ia scoperse e la distrusse interamente. Scossa la dominazione ro-
mana, vuoisi che Genova non andasse soggetta, realmente, nè ai Goti
nè ai Longobardi, nè ai Franchi. Nel X secolo i Mori presero Genova,
e la devastarono, menando séco un gran numero di schiavi ; ma i
Genovesi superstiti, inseguendo i ladroni, li raggiunsero all'isolotto
dell' Asinara e li combatterono con segnalato trionfo. Nel XI secolo
i Genovesi costituirono il comune 0 la campagna, come la chiama-
vano, e l' affidarono al governo dei consoli. Quarantaquattro anni
dopo rifecero leggi di difesa e di giustizia. Il governo consolare
benemeritò della patria per le fazioni per Corsica, per Sardegna
per le Baleari e per Terrasanta, non che per l'abbassamento di Pisa
e dei baroni delle riviere e pel commercio dilatato in Soria e nella
Spagna e pei trattati conclusi col sultano d' Egitto. Alla lega
Lombarda, Genova diede aiuto di denaro, negò aiuto d' armi. L'im-
peratore vinto a Legnano, aizzò le divisioni e i partiti nella città,
e, mentre i Genovesi più ardenti di libertà muovevano per la
terza volta in Palestina, gli aristocratici mutarono il governo.
Genova, non feudo d' impero, non presa, non data, accettò il po-
destà e posevi al fianco otto nobili. Il governo del podestà durò
ottanta anni (4491-4274) e fu procelloso. Esperimentarono poscia
un capitanato del popolo che durò 69 anni frammezzo ai tumulti,
ma non senza gloria, perocché fu avventuroso di sodare la via
al mar Nero e di allargare nuovamente il potere del popolo.
Gli Spinola, i Dorià, i Fieschi, i Grimaldi furono i capi dei par-
titi che divisero la città. Per ritenere i feudatari bisognò alla
repubblica prendere armi straniere; poi era necessità mandare
in Africa e in Asia. Presero Antiochia, indi Gerusalemme. Avendo