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Bianchini, Francesco
La Istoria Universale Provata Con Monumenti, e figurata con simboli degli Antichi — Rom, 1747 [Cicognara, 2481-2]

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https://doi.org/10.11588/diglit.11111#0266

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zz6 DECA II. IMMAGINE XIX.

pruovi la feconda , ma non per tutti : proponga la terza per il comune ;
ed abbonimi liberamente la prima, come indegna di filofofi , e d'uomini,
(i) Ait snltii, quafcribuntpoeta y minus effe , quam ut papali [equi de»
beanti qua auteraphilòfophì plus, quam ut ea vulgum fcrutari expediat,
Quì_ripiglia Agoftino , dimoflrando, che la poetica , e la civile teologia
fiano una cofa iftefia: Et bac tota, qua meritò culpanda, & refpuenda ju-
dicatu/ fpars hujus efttqua colenda ó'obfervanda cenfetur..N~umquid enim
barbatimi *Jovem , ìmberbem Mercurium poeta habent 3 pontifices non
habentì &c. Nome ifta in rerum divinarum libris reperiuntur, quagra-
ves poeta futi carm'tnibus indigna duscerunt. E* la poetica ò favolofa.*
teologia parte della civile, cioè dell'iftoria delle Città , e de' lor fondato-
ri: la quale le Varrone propone al comune; conviene, che l'ammetta con
qu Ile indegnità , che fono connelfe all'ìftoria , ed efplicate nella poetica
egualmente, che negli annali, ò ne' rituali : quali chiamò (2) Cenforino i
libri delle memorie iftoriche, tenute da' Sacerdoti „ Il fatto è dunque così.
Aminone in Africa, ò alcuno de' figli fuoi, cioè Belo in Alia , Bacco nell»
India, e forfè tutti ne' lor paefi fecero ciò, che (3) Caligola, e Domiziano
qui in Roma . Si vollero intitolar Dei. Erelfero arditamente gli altari :
Prometeo aggiunfe (4) per adulazione a gli affenti, ò per defiderìo de*
morti le ftatue, e forfè il facrificio : già che di lui teftifica (;,) Plinio , che
fofle il primo ad uccider buoi. Mercurio inventò i riti, e l'occultazione
de' mifteri „ L'ambizione de' primogeniti, ò de gli eletti, Rè infieme , e
Sacerdoti , fi abusò della femplicità de' minori, e de' foggetti. La forza
accrebbe il timore : il tempo, e'1 filenzio la venerazione ; ond'è, che Ar-
pocrate ifteflb, indizio folamente della fecretezza di quelli arcani, più di
tìato,che di pietà, divenne di cuftode, che prima era , compagno ancora,
e conforte di quella occupata divinità. (6) §>uon.iam 'vero in omnibus
tempiis , ubi cdlebatur IJis , Serapis , erat etiam fmulacrum, quod
digito labiis impreco admonere videbatur , ut piemia fierent ; hocpgni-
ficat, ut homines eos fuijfe taceretur - Ma non lo tacque già il grande
Aleffandro alla madre , a cui fcriffe , come attefta (7) S. Cipriano : pro-
flit um pbi de diis hominibus a facerdote fecretum, quod wajorum & re-
gum memoria fermata pt: inde colendi ó* facrificandi ritus ìnoleverit. Nè
più fecreto fu Evemero, accufato da Plutarco e difefo da (8) S. Agofti-
no : omnes deos non fabulofa garrulitate, fed biftorica diligenti a homines
fuijfe , mortalefque cenfcrippt. SuJl principio di quella inftituzionc forza
è, che ritrovafiero de' contraili col zelo degli amatori di verità . L'attefta
Igino alla favola 143» Sedpoflquam Mercurius fermones hominum inter-
pretatus eft, unde Hermeneutes dicitur interpres ( Mercurius enim Gra-
te Hermes vocatur ) idem nationes diflribuit : tum difcordia Inter worta-
hs effe cespiti quod ^ovi placitum non eft , Itaque e se or di um regna ndì tra-
ciidi't

fi] Jbicap. 6. [«T S. Auguft. VSs.it. de C.lv. Dei csp.s»

[23 Ceoforin. de die fiat. Cip. y. [7] S. Cypr. in traft. quod idola dii Lonfifit-

Is] Suet. ia eorum vitis j Dion. hifl. Epif. £5] K.Auguft. lib, 6. ap.j, de C iy. Dei .

(4) Felix in Oftavio . [y] Hyg, fab, i^j,

(i) tVia. lib. 7. cap. $s.
 
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