E. N. Roslavec
DIPINTO DI BERNARDO BELLOTTO
NEL MUSEO D'ARTE OCCIDENTALE ED ORIENT ALE DI KIEV
Al Museo d'Arte Occidentale ed Orientale di Kiev si conserva un dipinto denominato Capriccio
architełtonico (olio su tela, 99x133; fig. 1, 3, 5, 6, 9, 11), il quale venne fino adesso assegnato
alla scuola di G. P. Pannini.1
Vi e raffigurato a sinistra, tagliato dal lato del dipinto, un edificio a meta in rovina, di formę
classicheggianti, eon cupola e portico. Si fa vedere da parte laterale, dove manca delia parete
distrutta. A destra tre alte e robuste colonne eon avanzi delia trabeazione, dove si diffonde la
vegetazione, si profilano sullo sfondo del cielo. In primo piano, a sinistra del centro, un gruppo
di figurę (fig.3): una donna, due uomini, un vecchietto eon cane, un cavaliere sul cavallo bianco;
vicino, a destra, un uomo in alto berretto di pelle, visto a meta. Fra le rovine alla sinistra, due
gentiluomini che stanno discutendo.
Lo stato di conservazione del ąuadro c buono, eccetto dei ritocchi non importanti e delie piccole
abrasioni lungo i bordi. II dipinto era tempo fa sottoposto ad un rintelaggio su una tela leggera.
AlPoccasione di quel procedimento vennero tolte su tutti i lati parti autografe insignificanti.
II ąuadro pervenne al Museo nel 1925 dal Museo Storico U;rainiano T. G. Sevćenko di Kiev
come Paesaggio architetlonico eon rouin?, opera d;l pittore ignoto del XVIII ssz. Al Museo Sto-
rico passo dalia raccolta privata Tereśćenko di Kiew, dove era pure privo di un'attribuzione
precisa.
II tempo di esecuzione del ąuadro non pare aver sollevato dubbi; si h fatto pure sforzi ad as-
segnarlo ad una cerchia definita. Nel 1931 1'opera e stata riportata alla scuola romana, eon
eventuale attribuzione a G. P. Pannini.2 La preferer.za data alla scuola settecentesca romana
di vedute si puó spiegare eon il fatto che proprió Roma fu patria delia veduta barocca di fantasia
e che i pittori romani spessissimo rappresentavano rovine ideate, contrariamente a quelli vene-
ziani eon il loro amore delie immagini di vie e di edifici riprese dal vero.
Per vari motivi mancó al ąuadro 1'attenzione che meritava e malgrado il fatto che la sua
assegnazione alla scuola di Roma ed al Pannini in particolare appareva giustamente discuti-
bile e che vari caretteri del dipinto facevano sorgere a proposito il nome di Bernardo Bellotto,
'attribuzione primordiale rimase a forza di tradizione.
Un attento esame del dipinto fa scoprire vari e indubbi tratti caratteristici eon cui il nome del
Bellotto risulta sempre piii possibilmente collegato. I modi bellottiani si manifestano nel disegno
pieno di virtuosita, nella linea precisa, chiara e ben bilanciata che non perde ąuesto suo valore
neanche nei particolari allontanati. Tipica per 1'artista e pure la grafia nervosa nel determinare
le figurę ed alcuni particolari, introducendo nel passaggio, nel suo insieme statico, un certo
dinamismo.
L'autore del dipinto di Kiev, proprio come Bellotto, non si cura dei valori atmosferici e fa
eon maestria uso delia prospettiva lineare, servendosi a ąuello scopo degli sfondi spaziali.
Nelle Rovine di un tempio, come sempre dal Bellotto, ritroviamo il giorno di sole e sereno,
il cielo chiaro e freddo indipendeuternente dalI'ora del giorno; quel cielo, malg-ado ; toni rosa-vio-
letti alTorizzonte a destra, si estende come sfondo omogeneo. E interessante notare al riguardo
un carattere particolare del dipinto kieviano. II pittore dapprima ha disteso lo sfondo celeste
per mettervi adosso piu tardi ąuesta parte di rovine che si profila su di esso. A ąuesta conclu-
1. Kievsklj gosudarslvennyj muzej zapadnogo i voslocnogo isskuslva. Katalog zapadnoetropejskoj iiwopi&i i skulpiury, Moskwa*
1961, n° 52.
— Muzej mistectv Yseukrainshoi Akademii Nauk. Katalog kartin, Kiiv, 1931, n° 101.
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DIPINTO DI BERNARDO BELLOTTO
NEL MUSEO D'ARTE OCCIDENTALE ED ORIENT ALE DI KIEV
Al Museo d'Arte Occidentale ed Orientale di Kiev si conserva un dipinto denominato Capriccio
architełtonico (olio su tela, 99x133; fig. 1, 3, 5, 6, 9, 11), il quale venne fino adesso assegnato
alla scuola di G. P. Pannini.1
Vi e raffigurato a sinistra, tagliato dal lato del dipinto, un edificio a meta in rovina, di formę
classicheggianti, eon cupola e portico. Si fa vedere da parte laterale, dove manca delia parete
distrutta. A destra tre alte e robuste colonne eon avanzi delia trabeazione, dove si diffonde la
vegetazione, si profilano sullo sfondo del cielo. In primo piano, a sinistra del centro, un gruppo
di figurę (fig.3): una donna, due uomini, un vecchietto eon cane, un cavaliere sul cavallo bianco;
vicino, a destra, un uomo in alto berretto di pelle, visto a meta. Fra le rovine alla sinistra, due
gentiluomini che stanno discutendo.
Lo stato di conservazione del ąuadro c buono, eccetto dei ritocchi non importanti e delie piccole
abrasioni lungo i bordi. II dipinto era tempo fa sottoposto ad un rintelaggio su una tela leggera.
AlPoccasione di quel procedimento vennero tolte su tutti i lati parti autografe insignificanti.
II ąuadro pervenne al Museo nel 1925 dal Museo Storico U;rainiano T. G. Sevćenko di Kiev
come Paesaggio architetlonico eon rouin?, opera d;l pittore ignoto del XVIII ssz. Al Museo Sto-
rico passo dalia raccolta privata Tereśćenko di Kiew, dove era pure privo di un'attribuzione
precisa.
II tempo di esecuzione del ąuadro non pare aver sollevato dubbi; si h fatto pure sforzi ad as-
segnarlo ad una cerchia definita. Nel 1931 1'opera e stata riportata alla scuola romana, eon
eventuale attribuzione a G. P. Pannini.2 La preferer.za data alla scuola settecentesca romana
di vedute si puó spiegare eon il fatto che proprió Roma fu patria delia veduta barocca di fantasia
e che i pittori romani spessissimo rappresentavano rovine ideate, contrariamente a quelli vene-
ziani eon il loro amore delie immagini di vie e di edifici riprese dal vero.
Per vari motivi mancó al ąuadro 1'attenzione che meritava e malgrado il fatto che la sua
assegnazione alla scuola di Roma ed al Pannini in particolare appareva giustamente discuti-
bile e che vari caretteri del dipinto facevano sorgere a proposito il nome di Bernardo Bellotto,
'attribuzione primordiale rimase a forza di tradizione.
Un attento esame del dipinto fa scoprire vari e indubbi tratti caratteristici eon cui il nome del
Bellotto risulta sempre piii possibilmente collegato. I modi bellottiani si manifestano nel disegno
pieno di virtuosita, nella linea precisa, chiara e ben bilanciata che non perde ąuesto suo valore
neanche nei particolari allontanati. Tipica per 1'artista e pure la grafia nervosa nel determinare
le figurę ed alcuni particolari, introducendo nel passaggio, nel suo insieme statico, un certo
dinamismo.
L'autore del dipinto di Kiev, proprio come Bellotto, non si cura dei valori atmosferici e fa
eon maestria uso delia prospettiva lineare, servendosi a ąuello scopo degli sfondi spaziali.
Nelle Rovine di un tempio, come sempre dal Bellotto, ritroviamo il giorno di sole e sereno,
il cielo chiaro e freddo indipendeuternente dalI'ora del giorno; quel cielo, malg-ado ; toni rosa-vio-
letti alTorizzonte a destra, si estende come sfondo omogeneo. E interessante notare al riguardo
un carattere particolare del dipinto kieviano. II pittore dapprima ha disteso lo sfondo celeste
per mettervi adosso piu tardi ąuesta parte di rovine che si profila su di esso. A ąuesta conclu-
1. Kievsklj gosudarslvennyj muzej zapadnogo i voslocnogo isskuslva. Katalog zapadnoetropejskoj iiwopi&i i skulpiury, Moskwa*
1961, n° 52.
— Muzej mistectv Yseukrainshoi Akademii Nauk. Katalog kartin, Kiiv, 1931, n° 101.
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