Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Bulletin du Musée National de Varsovie — 37.1996

DOI issue:
Nr. 1-2
DOI article:
Miziołek, Jerzy: Meleagro, Diana e Atteone su un cassone fiorentino nel Museo Nazionale di Varsavia
DOI Page / Citation link: 
https://doi.org/10.11588/diglit.18945#0022
Overview
loading ...
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext
1. Scene mitologiche,
fronte del cassone. Varsavia,
Museo Nazionale,
(no. 1 58656; 34 X 128 cm)

i motivi mitologici, pur esposti in una formula tutt’altro che antichizzante,
risultano più facilmente leggibili che su altri cassoni e, fin dal primo
riferimento, in una pubblicazione di Jan Bialostocki del 1955, furono
correttamente interpretati. Lo studioso postulò giustamente la provenienza
toscana del dipinto, da allora ripetutamente menzionato in diversi studi4. Il
catalogo della mostra della pittura italiana del Tre e Quattrocento (Cracovia,
1961) riporta il parere (verbale o epistolare) di Federico Zeri, il quale
individuò nel dipinto un’opera fiorentina databile intorno al 14205. Il primo
- e finora unico -studio approfondito del cassone varsaviano, fu pubblicato
nel 1968 da Anna Spychalska Boczkowska6. Aderendo all’ipotesi di
Bialostocki, la studiosa esaminò le affinità tra il dipinto e due deschi da parto
delle collezioni del Metropolitan Museum of Art di New York, attribuite
allora a Mariotto di Nardo (figg. 9, 23), cimentandosi anche in un
interessante tentativo di lettura dei contenuti dell’opera. Nei due
protagonisti della Caccia al cinghiale di Calidone, Atalanta e Meleagro,
indicò altrettanti exempla a uso, rispettivamente, della sposa e dello sposo.
In antitesi a Meleagro sarebbe stato Atteone, tramutato in cervo e sbranato
dai suoi stessi cani. In una nota a un catalogo del 1979, Maria Skubiszewska
attribuì il dipinto alla bottega di Lorenzo di Niccolò di Martino, datandolo
in modo convincente intorno all’anno 14007. La studiosa segnalò pure
l’opportunità di chiarire il significato di taluni personaggi e motivi figuranti
nel dipinto e assolutamente trascurati fino allora. Miklós Boskovits incluse il
dipinto di Varsavia nell’elenco - recentemente pubblicato e di straordinaria

Per altre informazioni su questa fronte si veda M. Skubiszewska, in; J. Bialostocki, M. Skubiszewska,
Malarstwo francuskie, niderlandzkie, wloskie do 1600 (Muzeum Narodowe w Warszawie, Galena
Malarstiva Obcego), Warszawa 1979, no. 73, pp. 102-104.

4 J. Bialostocki, Galena Malarstiva Obcego, voi. 2, Warszawa 1955, pp. 16 e 92, fig. 3; idem, Galeria
Malarstiva Obcego: przewodmk, Warszawa 1964, p. 68; idem e J. Michalkowa, “Nabytki Galerii
malarstwa obcego 1945-1957”, Rocznik Muzeum Narodowego w Warszawie, V, 1960, pp. 274 e
331, fig. 1. In quest’ultimo articolo il Bialostocki ha pensato anche alla scuola veronese.

5 J. Michalkowa, in: J. Bialostocki, A.Rózycka-Bryzek et alii, La peinture italienne desXIVe et XVe
siècle, Musée National de Cracovie: catalogue de Vexposition, Cracovie 1961, no. 47.

6 A. Spychalska-Boczkowska, “Diana with Meleagros and Actaeon. Some remarks on a 15th
century Italian cassone”, Bulletin du Musée National de Varsovie, IX, 2, 1968, pp. 29-36.

7 Skubiszewska, in: Bialostocki e Skubiszewska, 1979, pp. 102-104.

16
 
Annotationen