Bulletin du Musée National de Varsovie (37.1996)

6. Caccia di Diana, fronte
di cassone. Firenze,
Museo Stibbert,
(no. 16202; 52,8 x 123,5 cm)
(Foto courtesy of the
Kunsthistorisches Institut in
Florenz)

corona sul capo, assisa in trono e circondata da sei ninfe, due delle quali
armate di lancia, una inginocchiata dinanzi al trono; Diana con le ninfe nel bosco,
in procinto di iniziare la caccia e infine l’ultima, la più significativa per noi, della
caccia al cinghiale. Sullo sfondo di cime montuose o rocce le ninfe, anche in
questa scena guidate da Diana che ne addita una, accerchiano il cinghiale,
assalito da tre cani e trafitto con la lancia dalla ninfa che affianca la dea. La scena
del cinghiale, che illlustra con ogni probabilità il passo:

“A picciol passo poi dopo costoro
veniva Caterina Caradente,
guardando un porco, che’ can di coloro
avean levato, e sé tacitamente
dietro ad un alber pose, e ver di lui
uno spiedo drizzò lungo e tagliente.”29

prelude in modo esplicito alla rappresentazione della Caccia al cinghiale di
Calidone del cassone di Varsavia. La somiglianza non interessa solo la
composizione, ma anche i singoli personaggi (inclusi quelli con falcone), il
paesaggio roccioso e gli alberi carichi di frutta sullo sfondo. Si ha quasi
l’impressione che l’artista, ritraendo Meleagro intento a cacciare con i suoi
compagni, abbia voluto raffigurare non la sola Atalanta, ma più donne, come
per fondere il racconto mitologico con il terzo canto del primo poema del
Boccaccio.

fronte sia un pezzo napoletano, eseguito intorno al 1415, menzionato negli elenchi relativi al Nostro
di Boskovits e Fahy cfr. Boskovits, 1991, p. 47.

29 Boccaccio, IV, 1972, p. 15; Diana’s hunt, 1991, p. 104 (Canto 3, 34-39).

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