Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Bulletin du Musée National de Varsovie — 37.1996

DOI issue:
Nr. 1-2
DOI article:
Miziołek, Jerzy: Meleagro, Diana e Atteone su un cassone fiorentino nel Museo Nazionale di Varsavia
DOI Page / Citation link: 
https://doi.org/10.11588/diglit.18945#0053
Overview
loading ...
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext
La datazione del cassone di Varsavia

Si è già dato conto delle ipotesi di datazione del dipinto varsaviano. Le une
lo fanno risalire agli anni Venti del Quattrocento, altre lo ritengono anteriore
ai due deschi da parto del Metropolitan Museum of Art di New York, databili,
a loro volta, intorno al 1406 (figg. 9, 23). E giusta la seconda valutazione e un
simile giudizio è possibile oggi soprattutto in virtù degli studi di Luciano
Bellosi, cui si deve l’elaborazione di un efficace metodo di datazione delle
opere d’arte dell’epoca a cavallo tra Medioevo e Rinascimento in base all’esame
dettagliato del vestiario80. Fra i tratti più caratteristici degli indumenti raffigurati
sia sul cassone di Varsavia, sia su quello della collezione di Greenwich Conn,
(fig. 2), sono i colletti alti, che coprono per intero il collo dei personaggi di ogni
scena, mancando, però, del risvolto presente sulla lapide di Ilaria del Carretto
(morta nel 1405) a Lucca, datata solitamente 1406 o sui più volte citati deschi
da parto del Metropolitan Museum of Art. La lapide, anzi, è stata il punto di
riferimento per datare ì due deschi anteriormente al 140681. Colletti attillati,
stretti intorno al collo, ma ancora molto bassi divennero di moda alla fine degli
anni Ottanta del XIV secolo82. Nel decennio successivo la loro altezza
gradualmente aumentò - come attestano, fra l’altro, la scena de\YIncoronazione
del duca Giangaleazzo Visconti del 1395, un Messale conservato nella Biblioteca
Capitolare di Sant’Ambrogio a Milano83 e una Bibbia patavina illustrata nella
British Library84 85 - fino a coprire per intero il collo. Un ulteriore esempio è dato
da due tavolette già nella collezione Lanckoronski, oggi presso il Castello
Reale di Cracovia, provenienti con ogni probabilità da un desco da parto
(figg. 25-26)83. Intorno al 1400, sicuramente nei primissimi anni del XV

80 L. Bellosi, Buffalmacco e il Trionfo della Morte, Torino 1974, pp. 41-54; idem, “I Limbourg
precursori di Van Eyck? Nuove osservazioni sui “Mesi” di Chantilly”, Prospettiva, 1, 1975, pp.
24-34; idem, “La mostra di Arezzo”, Prospettiva, 3, 1975, pp. 55-60 e specialmente p. 57-58; idem,
“Moda e cronologia. Gli affreschi della Basilica inferiore di Assisi”, Prospettiva, 10, 1977, pp. 21-31;
idem, “Moda e cronologia. Per la pittura del primo Trecento”, Prospettiva, 11, 1977, pp. 12-27.

81 Cfr. Beck J. e A. Amendola, Ilaria del Carretto di Jacopo della Quercia, Milano 1988, in
particolare le pp. 11-12; J. Poeschke, Die Skulptur der Renaissance in Italien: Donatello und seine
Zeit, München 1990, pp. 75-76, tav. 27 e fig. 75.

82 Si veda per esempio un affresco precisamente datato (1386) di Niccolò di Pietro Gerini nel Bigallo,
riprodotto e discusso da H. Kiel, Il Museo del Bigallo a Firenze, Milano 1977, pp. 120-21 (con
ulteriore bibliografia) e figg. 42, 43 e 45; H. Saalman, The Bigallo, New York 1969, pp. 10-13, 19
e figg. 5-6.

83 Pisetzky, 1964, fig. 75 con estesa didascalia.

84 M. Seidel, “Hohzeitsikonographie im Trecento”, Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes
in Florenz, XXXVIII, 1, 1984, p. 7 e fig. 5; si vedano anche le raffigurazioni dell’arte francese in:
Ch. Sterling, La peinture médiévale à Paris 1300-1500,1, Paris 1987, fig. 165 e 178. Si vedano anche
alcune raffigurazioni di Martino di Bartolomeo riprodotte in A. R. Calderoni Masetti, Spinello
Aretino giovane, Firenze 1973, p. 101, gigg., 56 e 58; cfr. Bellosi, 1975, pp. 57-58 che ha
dimostrato che ì dipinti discussi da Calderoni Masetti furono eseguiti da Martino di Bartolomeo.

85 Della raccolta del conte Karol Lanckoronski, ora custodita a Cracovia tratta J. Miziolek, “The
Lanckoronski Collection in Poland”, Antichità Viva, XXXIV, 3, 1995, pp. 27M9; Lo stesso autore
sta preparando un libro su tutta la pittura domestica del Lanckoronski. Con ogni probabilità tutti
e due ì dipinti sono opera di un anonimo chiamato Maestro del 1416. Importante materiale

47
 
Annotationen