influenzarono fortemente non soltanto la scenografia, ma anche 1’architettura
d’occasione, addirittura 1’architettura in ąuanto tale e, infine, la pittura.4’
I legami dei rovinisti napoletani eon la scenografia furono tanto piu ford,
in ąuanto molti artisti si occuparono di entrambe le discipline. Peitro Cappelli
era figlio di uno scenografo; tale funzione fu ricoperta nel teatro di San
Bartolomeo da Francesco Saracino, il ąuale ucome riporta il de Dominici
urivalizzava in “prospettive” eon Gennaro Greco43 44 45; Vincenzo del Re, autore di
affreschi e di ąuadri eon rovine, fu scenografo al Teatro San Carlo di Napoli.4'
Gli scenari teatrali richiamano Tattenzione nei ąuadri del Coccorante,
anche in ąuelli di Varsavia (fig. 2 e 3). Vi ha senz’altro un ascendente scenico
la luce proveniente da una fonte invisibile; il bagliore della luna, in cui
il Coccorante si diletta, contribuisce a creare 1’impressione di artificialita:
sembra infatti ottenuto grazie al fascio di luce di un riflettore teatrale.
Tarchitettura dei suoi palazzi in riva al marę non si cura neanche di fingere
una ąualche verosimiglianza; al contrario, 1’autore sottolinea il suo aspetto
precario ed occasionale. Non nasconde che ąuesti palazzi sono, in sostanza,
13. Leonardo Coccorante,
Romę in m al marę
la mattina, Breslavia,
Muzeum Narodowe;
(Foto: Edmund Witecki)
43 F. Mancini, “Il ‘trucco urbano’: apparati e scenografie tra finzione e realta”, in: Ciuilta del ‘700
a Napoli, 1979-1980, II, pp. 302-306.
44 De Dominici 1742-1745, I\( pp. 382-383. Cfr. Cwiltd nel ‘700 a Napoli, op. cit., cat 575a.
45 Mancini 1979, pp. 305-306. Per Vincenzo del Re si veda Cwiltd nel ‘700 a Napoli, op. cit.,
cat. 574 a-q, 588 c-f, 591/1-27; anche N. Spinosa, “Affreschi del Settecento nelle ville vesuviane”,
Antologia di Belle Arti, I, 1977, 1, pp. 103-105.
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d’occasione, addirittura 1’architettura in ąuanto tale e, infine, la pittura.4’
I legami dei rovinisti napoletani eon la scenografia furono tanto piu ford,
in ąuanto molti artisti si occuparono di entrambe le discipline. Peitro Cappelli
era figlio di uno scenografo; tale funzione fu ricoperta nel teatro di San
Bartolomeo da Francesco Saracino, il ąuale ucome riporta il de Dominici
urivalizzava in “prospettive” eon Gennaro Greco43 44 45; Vincenzo del Re, autore di
affreschi e di ąuadri eon rovine, fu scenografo al Teatro San Carlo di Napoli.4'
Gli scenari teatrali richiamano Tattenzione nei ąuadri del Coccorante,
anche in ąuelli di Varsavia (fig. 2 e 3). Vi ha senz’altro un ascendente scenico
la luce proveniente da una fonte invisibile; il bagliore della luna, in cui
il Coccorante si diletta, contribuisce a creare 1’impressione di artificialita:
sembra infatti ottenuto grazie al fascio di luce di un riflettore teatrale.
Tarchitettura dei suoi palazzi in riva al marę non si cura neanche di fingere
una ąualche verosimiglianza; al contrario, 1’autore sottolinea il suo aspetto
precario ed occasionale. Non nasconde che ąuesti palazzi sono, in sostanza,
13. Leonardo Coccorante,
Romę in m al marę
la mattina, Breslavia,
Muzeum Narodowe;
(Foto: Edmund Witecki)
43 F. Mancini, “Il ‘trucco urbano’: apparati e scenografie tra finzione e realta”, in: Ciuilta del ‘700
a Napoli, 1979-1980, II, pp. 302-306.
44 De Dominici 1742-1745, I\( pp. 382-383. Cfr. Cwiltd nel ‘700 a Napoli, op. cit., cat 575a.
45 Mancini 1979, pp. 305-306. Per Vincenzo del Re si veda Cwiltd nel ‘700 a Napoli, op. cit.,
cat. 574 a-q, 588 c-f, 591/1-27; anche N. Spinosa, “Affreschi del Settecento nelle ville vesuviane”,
Antologia di Belle Arti, I, 1977, 1, pp. 103-105.
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