Katarzyna Murawska-Muthesius
II teatro napoletano delle rovine:
i quadri della cerchia di Leonardo
Coccorante e di Gennaro Greco
nelle raccolte polacche
“Sie wissen, in Neapel schied man nicht zwischen Kirchenkomponisten
und solchen fur die Oper. Von einem neapolitanischen Komponisten
durfte man mit Recht annehmen, dass er, wen er ein schones ‘Salve
Regina’ gesetzt hatte, ein ebenso schones Alcandro lo confesso’
komponieren wurde.”
“Eine Ruinę, die Weckenbarth erbaut hatte, sollte nach Einbruch der
Dunkelheit mit einem Feuerwerk feierlich eingeweiht werden.
Uberhaupt war es ein Ehrentag des Ruinenoberbaurats. Er feierte
heute seinen fiinfzigsten Geburtstag, war zum Ruinenbaudirektor
ernannt und mit einem hohen Orden dekoriert worden. Ausserdem
war eine seiner Ruinen, wie vorausberechnet, auf den Tag genau
eingestiirzt.” (Herbert Rosendorfer, Der Ruinenbaumeister, 1969)
Uarticolo sulla scuola napoletana dei pittori d’architettura tra il XVII e il
XVIII secolo pubblicato nel 1954 da Oreste Ferrari1 costitui un’iniziativa
pionieristica, poiche esplorava un territorio in gran misura sconosciuto. Se
infatti, alle yedute fantastiche di Venezia o ai rovinisti romani era gia stata
dedicata a quell’epoca una notevole ąuantita di saggi, in ragione anche del
fatto che si trattava di artisti di meritata gloria, quali Antonio Canaletto,
Francesco Guardi o Gian Paolo Panini, tuttavia le insolite fantasticherie
architettoniche dei meno noti napoletani non erano riuscite a trattenere su di
se Fattenzione dei ricercatori.
A dire il vero, alPinizio del XX secolo erano comparsi episodicamente degli
studi complementari sulFopera di singoli pittori di ąuesta scuola, come il
* Desidero ringraziare ii Professore Jan Białostocki Oreste Ferrari, Franęois Bergot, Tatiana
Bushmina, Justyna Guze, Aidan Weston-Lewis e Jerzy Wasilewski per 1’aiuto nella raccolta dei
materiali per questo saggio.
1 O. Ferrari, “Leonardo Coccorante e la Reduta ideata’ napoletana”, Emporium, CXIX, 1954,
709, pp. 9-20.
71
II teatro napoletano delle rovine:
i quadri della cerchia di Leonardo
Coccorante e di Gennaro Greco
nelle raccolte polacche
“Sie wissen, in Neapel schied man nicht zwischen Kirchenkomponisten
und solchen fur die Oper. Von einem neapolitanischen Komponisten
durfte man mit Recht annehmen, dass er, wen er ein schones ‘Salve
Regina’ gesetzt hatte, ein ebenso schones Alcandro lo confesso’
komponieren wurde.”
“Eine Ruinę, die Weckenbarth erbaut hatte, sollte nach Einbruch der
Dunkelheit mit einem Feuerwerk feierlich eingeweiht werden.
Uberhaupt war es ein Ehrentag des Ruinenoberbaurats. Er feierte
heute seinen fiinfzigsten Geburtstag, war zum Ruinenbaudirektor
ernannt und mit einem hohen Orden dekoriert worden. Ausserdem
war eine seiner Ruinen, wie vorausberechnet, auf den Tag genau
eingestiirzt.” (Herbert Rosendorfer, Der Ruinenbaumeister, 1969)
Uarticolo sulla scuola napoletana dei pittori d’architettura tra il XVII e il
XVIII secolo pubblicato nel 1954 da Oreste Ferrari1 costitui un’iniziativa
pionieristica, poiche esplorava un territorio in gran misura sconosciuto. Se
infatti, alle yedute fantastiche di Venezia o ai rovinisti romani era gia stata
dedicata a quell’epoca una notevole ąuantita di saggi, in ragione anche del
fatto che si trattava di artisti di meritata gloria, quali Antonio Canaletto,
Francesco Guardi o Gian Paolo Panini, tuttavia le insolite fantasticherie
architettoniche dei meno noti napoletani non erano riuscite a trattenere su di
se Fattenzione dei ricercatori.
A dire il vero, alPinizio del XX secolo erano comparsi episodicamente degli
studi complementari sulFopera di singoli pittori di ąuesta scuola, come il
* Desidero ringraziare ii Professore Jan Białostocki Oreste Ferrari, Franęois Bergot, Tatiana
Bushmina, Justyna Guze, Aidan Weston-Lewis e Jerzy Wasilewski per 1’aiuto nella raccolta dei
materiali per questo saggio.
1 O. Ferrari, “Leonardo Coccorante e la Reduta ideata’ napoletana”, Emporium, CXIX, 1954,
709, pp. 9-20.
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