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Bulletin du Musée National de Varsovie — 41.2000

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Nucciarelli, Franco Ivan: La Madonna con il Bambino e il piccolo san Giovanni del Pinturicchio nel Museo Nazionale di Varsavia
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https://doi.org/10.11588/diglit.18949#0089
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staccati, s’includono anche i disegni, Pimpero pinturicchiesco s’espande
ulteriormente fino a raggiungere la Russia eon un foglio a Mosca nel Museo
Pushkin6.

Alla luce di ąueste considerazioni la presenza d’un Pinturicchio nel
museo polacco non meraviglia. Va sottolineato anzi che Parrivo di opere
pinturicchiesche in altre sedi e un mistero7, le circostanze in cui ąuesto
dipinto approdó a Varsavia invece sono notę. Un articolo degli anni Trenta
del secolo XX a firma di Juliusz Starzyński, tuttora valido per la sintetica,
ma attenta analisi stilistico-formale della Madonna di Varsavia, ne ricorda
Pacąuisto nel 1862 a Colonia, dove si trovava nelle raccolte di Johann Peter
Weyer8 come opera di Antonio da Ferrara9. Anni dopo uno studio a firma di
Jan Białostocki, uscito nel primo centenario della Fondazione del Museo
Nazionale di Varsavia, ripercorre le yicende che dalia Collezione Weyer
portarono il dipinto alPattuale sede eon Pattribuzione ad Alberto da Ferrara10.
Dai due contributi emerge un dato significativo: nella sede di provenienza
la Madonna eon il Bambino e il piccolo san Gionanni era assegnata a un
artista sconosciuto al largo pubblico, semisconosciuto agli storici delParte,
venne messa alPasta e acąuistata dagli inviati del museo polacco eon questa
attribuzione. Le notizie su Alberto da Ferrara sono cosi ridotte11, che e stato
confuso, malgrado la sensibile sfasatura cronologica, eon un altro pittore
ferrarese Antonio degli Alberti da Ferrara12, anche da parte di addetti ai
lavori: nei due contributi richiamati infatti Starzyński parła impropriamente
di Antonio, Białostocki giustamente di Alberto. NelPerrore, favorito dalia

6 Maiskaya ricollega il disegno alla Crocifissione affrescata nel 1486 nella Porziuncola presso
Assisi; cf. Maiskaya, Italian School, in “Five Centuries of European Drawings. The Former
Collection of Franz Koenigs”, Milano 1995, p. 171, n. 97.

Un esempio valido e la Madonna eon il Bambino e il piccolo san Giovanni, ora nel Museo
Diocesano e prima nel duomo di Citta di Castello. In assenza di documenti, secondo tradizioni
orali consolidate, il dipinto sarebbe un lascito di donna Grania di Niccoló, vedova del
Pinturicchio, il soggiorno della quale negli ultimi anni di vita a Citta di Castello e certo.

s Sul collezionista tedesco, figura di spicco nel panorama artistico di Colonia nel secolo XIX,
sono ritornati R. Krischel, Die Prwatgalerie des Kólner Stadtbaumeisters Johann Peter Weyer, in
“Lust und Verlust. Kolner Sammler zwischen Trikolore und PreuSenadler”, cat. della mostra,
Museen der Stadt Koln, pp. 473-82 e A. Ziemba, Bernardino di Betto, gen. Il Pinturicchio,
Madonna mit Christuskind und Johannesknaben, ibid., p. 563.

9 Cf. J. Starzyński, Madonna Pinturicchia w Muzeum Narodowym w Warszawie, “Rocznik
Muzeum Narodowego w Warszawie”, I, 1938, p. 11.

10 Cf. J. Białostocki, The Weyer Collection and the Beginning ofthe Warsaw Art Museum, “Bulletin
du Musee National de Varsovie”, II, 1962, n. 3, p. 41.

11 Una prova della scarsa notorieta del pittore e offerta da La Pittura in Italia. Il Quattrocento
a piu firmę (Milano 1987), che ad Alberto da Ferrara nel repertorio alfabetico non dedica
una voce autonoma, ne lo menziona 1’articolo di D. Benati, La Pittura a Ferrara e nei domini
estensi nel secondo Quattrocento. Parma e Piacenza, in “La Pittura ... II Quattrocento”, op. cit.,
pp. 256-71.

12 Un profilo corretto e ordinato sulPartista, la cui formula onomastica completa e Antonio di
Guido degli Alberti da Ferrara, attivo in Umbria e Marche fra il 1420 e il 1442 si deve
a M. Medica, Alberti, Antonio di Guido da Ferrara, in “La Pittura ... II Quattrocento”, op. cit.,
p. 553.

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