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Bulletin du Musée National de Varsovie — 41.2000

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Nucciarelli, Franco Ivan: La Madonna con il Bambino e il piccolo san Giovanni del Pinturicchio nel Museo Nazionale di Varsavia
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https://doi.org/10.11588/diglit.18949#0103
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di alcuni personaggi nelle Storie di san Bernardino da Siena della Cappella
Bufalini a Roma in S. Maria in Ara Coeli, affrescata in data non documentata,
peró secondo tradizioni consolidate e generalmente accettate nel biennio
1485-1486, ossia ąuindici anni prima.

Malgrado ąueste inevitabili riserve, il confronto fra la Madonna eon il
Bambino e il piccolo san Gionanni del Museo Nazionale di Varsavia e i tre
dipinti richiamati rende plausibile una collocazione orientativa fra il 1497
e i primissimi anni del ’500. II ąuadro del museo polacco viene a cadere nel
periodo di massimo splendore delPartista, awinto da legami indissolubili
al mondo dei Borgia e alPaltissima committenza nel triangolo Roma-
-Perugia-Siena.

A ąuesto punto Pindagine ha di fronte due vie: ąuella dei documenti
e ąuella delle congetture. Del dipinto a monte della Collezione Weyer non
esiste menzione. Alla tardissima comparsa dopo la meta del secolo XIX,
a ąuasi trecentocinąuanta anni dalia morte delPautore, si somma Passenza
di corredo documentario. La Madonna di Varsavia inoltre non puó essere
identificata eon opere pinturicchiesche descritte dalie fonti al momento
o perdute o irreperibili. In assenza di documenti e fonti antiche, restano
le sole ipotesi, se non sorrette, suggerite in ąualche modo dalia primitiva
attribuzione ad Alberto da Ferrara, artista non celebre, anzi praticamente
ignoto fuori della citta natale e forsę di ąualche centro vicino, noto oltre
tutto per una sola opera di livello modesto. Insostenibile sul piano stilistico-
-formale per distanza di linguaggio fra autore presunto e vero autore',
il rinvio al semisconosciuto ferrarese, troverebbe un appiglio accettabile
immaginando un’eventuale provenienza del dipinto da Ferrara. L’opera
adespota, lontana dalPorizzonte storico-culturale originario, in assenza di
ąualsiasi indizio avrebbe ricevuto un’attribuzione di comodo in base alla
provenienza geografica. Questa congettura esce rafforzata da un dato gia
richiamato: di fronte all’evidente inconsistenza della prima proposta attributiva,
a Varsavia se ne avanza una seconda, che mette in discussione Pautore, ma
non la provenienza ferrarese e il dipinto e assegnato a Ludovico Mazzolino.
Supponendo che la Madonna eon il Bambino e il piccolo san Gionanni
provenga da Ferrara, resta da spiegare la presenza d’un ąuadro di Bernardino
di Benedetto nella citta emiliana.

Allo stato attuale degli studi un’attivita ferrarese del Pinturicchio non
e ipotizzabile. L’unico virtuale raccordo fra Partista perugino e la citta emiliana
puó passare attraverso il matrimonio di Lucrezia Borgia eon Alfonso d'Este.
Lawenimento cade esattamente cinąuecento anni fa. La sposa raggiunse la
capitale estense eon dote e corteo daMz//c e. una notte. Molto probabilmente
ad abiti, gioielli, tappeti, mobili s’accompagnavano anche dipinti. In ąuegli

I dati raccolti da Benati, La Pinacoteca op. cit., pp. 31-32, n. 35, indłcano che Parea
d’attivita di Alberto da Ferrara, oltre alla citta natale, doveva estendersi a Imola, Forli e Bologna.
Le notę di Benati sulla componente bolognese nel linguaggio delPartista ferrarese, riferibile ai
modelli di Francesco Francia e Lorenzo Costa, appiattiti e banalizzati, aumentano ulteriormente
la distanza fra Alberto da Ferrara e Pinturicchio.

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