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canna palustre nella destra, e cornucopia
nella sinistra , scolpita in marmo . E incerto
segna 1’ altra, doversi fuggire la mordacità , e la bugia (r) .
ù> ykaìGGSt TOI
PUTr/ /J.EV ovSsv t]VdC P'J Xs^Jj Troygl
or«y Ss ix/j.ocpTrj Troika Trpoa^crXXgr
0 fili , cave , ne decipiat te lingua tua ;
ìpsa quidem nihil , sì loqaatur , labtrat ;
Cum vero peccaverit , multa infidi mala .
Ma Andrucci lesse queste iscrizioni’ per modo , che poco
mostrò di saperle leggere ; sì vi cambiò è lettere , e paro"
le . Può farsi ragione perciò della interpretazione , che ng
diede . Ben fu più cauto Muratori ( pag. MDCCLXXXI. n. 8. b
che avendole ricevute trascritte per mano di quel suo Ghe-
rardi, dal quale altre iscrizioni nostre avea pur ricevute ,
confessò, che non potè venirne a capo d’ interpretarle • Maf-
fei, che vi studiò sopra anch egli, emendò nella sua Arte
Critica lapidaria ( pag. m. nj. ) alcuno degli errori di
Amorucci , ma non tutti. Tutti gli emendò Marini nel suo
Libro delle Iscrizioni Albane ( pag. 747.), e ne diede giusta
interpretazione. Egli per altro non s’impacciò ( nè dovea
in quel luogo i di cercare chi fosse in quella testa rappre-
sentato , se Pitagora , 0 altri. V’ebbe chi disse, eh’esser
canna palustre nella destra, e cornucopia
nella sinistra , scolpita in marmo . E incerto
segna 1’ altra, doversi fuggire la mordacità , e la bugia (r) .
ù> ykaìGGSt TOI
PUTr/ /J.EV ovSsv t]VdC P'J Xs^Jj Troygl
or«y Ss ix/j.ocpTrj Troika Trpoa^crXXgr
0 fili , cave , ne decipiat te lingua tua ;
ìpsa quidem nihil , sì loqaatur , labtrat ;
Cum vero peccaverit , multa infidi mala .
Ma Andrucci lesse queste iscrizioni’ per modo , che poco
mostrò di saperle leggere ; sì vi cambiò è lettere , e paro"
le . Può farsi ragione perciò della interpretazione , che ng
diede . Ben fu più cauto Muratori ( pag. MDCCLXXXI. n. 8. b
che avendole ricevute trascritte per mano di quel suo Ghe-
rardi, dal quale altre iscrizioni nostre avea pur ricevute ,
confessò, che non potè venirne a capo d’ interpretarle • Maf-
fei, che vi studiò sopra anch egli, emendò nella sua Arte
Critica lapidaria ( pag. m. nj. ) alcuno degli errori di
Amorucci , ma non tutti. Tutti gli emendò Marini nel suo
Libro delle Iscrizioni Albane ( pag. 747.), e ne diede giusta
interpretazione. Egli per altro non s’impacciò ( nè dovea
in quel luogo i di cercare chi fosse in quella testa rappre-
sentato , se Pitagora , 0 altri. V’ebbe chi disse, eh’esser