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Canina, Luigi
L' architettura antica (Testo): Sezione 2, Architettura greca: Monumenti — Rom, 1834-1841

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https://doi.org/10.11588/diglit.4999#0011
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CAPITOLO I.

PRINCIPIO DELL'APiTE DI EDIFICARE

PRESSO I GRECI

NEI TEMPI ANTERIORI ALLA GUERRA DI TROJA

L



origine dell'arte di fabbricare presso i Greci, trovandosi avvolta nell'oscurità de' tempi, come quella di
tutte le altre loro principali produzioni, ci resta sommamente difficile il poterla chiaramente definire. In tale
oscurità di cose fummo tratti primieramente dalla vita selvaggia e disunita de' primi uomini che abitarono la
Grecia, la quale si rappresenta dagli scrittori antichi, esser stata simile a quella che, secondo Omero, mena-
vano i Ciclopi, considerati tra i più antichi abitatori della terra, e creduti essere i primi che oprassero le
opere murarie più solide presso i Greci. Imperocché non conoscendo essi legge veruna, ciascuno governava
da se solo la propria famiglia, e regnava sopra la sua moglie ed i suoi figliuoli. Gli affari perciò de'loro
vicini non facevano ad essi pena alcuna, né credevano che potessero loro interessare ; non tenevano assemblee
sopra le cose pubbliche; non si governavano con leggi generali che regolassero i costumi e le azioni loro;
non piantavano, non seminavano ; il loro nutrimento consisteva in quelle frutta , che la terra senza essere
coltivata produceva; il loro soggiorno era sulle cime delle montagne, e gli antri servivano per loro ricovero (1).
Quindi è che con tal sistema di vita non poterono tramandare sicure notizie, le quali servissero di norma
per rintracciare le cose di quei primi tempi della Grecia . Tucidide d'altronde, e similmente diversi altri
storici Greci, parlando dei tempi che precedettero la guerra di Troja, fanno conoscere che gli scrittori di loro
nazione più intenti a dilettare con favolosi racconti, che ad istruire con verità, avevano con mendaci narra-
zioni sfigurata la sincerità della storia (2). Onde se oscure e mascherate sono le principali cose di tali pri-
mitivi tempi, tanto meno cognito deve esserci il modo, e l'epoca precisa di quegli uomini, che unirono rustici
legni, o posero rozze pietre per formare i primi artificiali ricoveri, e le prime celle ai loro Numi. Quindi ne
deriva che tutti i diversi sistemi, fatti a questo riguardo, non possono essere altro che congetture dettate dal
modo di pensare di varj scrittori, che vissero in tempi molto posteriori alle prime epoche della Grecia.

Pertanto l'arte dell'edificare, dovendo la sua origine presso ogni popolo alla necessità, che ha l'uomo di
cercare ricoveri contro le ingiurie del tempo, si presenta alla nostra mente di grandissima antichità; e per
conseguenza sommamente oscura non solo nel suo primitivo stato, ma pure nei progressi, che nell' arte si
fecero; poiché le poche più certe notizie che abbiamo dagli antichi scrittori dei tempi che già gli uomini si

(1) Omer. (Miss. Lib.9. Diodoro Siculo, tra gli altri scrittori
antichi, nell'indagare quale fosse lo stato di vita clic menavano i
primi abitatori della terra, osserva che dovevano andare nudi, e
non avere ancora trovato Fuso né delle case, ne del fuoco, e cer-
cando solo giorno per giorno di procacciarsi quella quantità di cibo
che loro bastasse; per la qual cosa accadeva clic molti nell'inverno,
odi freddo odi fame venivano a perire. Ammaestrati poi dall'espe-
rienza diecsi che, per fuggire il rigore del freddo,si rieovrarono nelle
spelonche, e cominciarono a riservare i fruiti. Quindi facendosi
pili esperti si narra clic di passo in passo si procacciarono tutte
quelle comodità che sono necessarie per menare una vita più agia-
ta. (Dà>d. Lib. \.c. 1.) Questo è l'aspetto dei diversi popoli pri-
mitivi, che con poca diversità si rappresenta dagli storici antichi,
e da cui non si paolo ricavare alcuna certa prova di verità.

(2) Tucid. Lib. 1. e. \. Questo sentimento si trova mani-
festato pure da Plutarco, tra gli altri scrittori antichi, ed osserva egli
che siccome facevano gli storici nelle descrizioni geografiche, i
quali, sopprimendo alle parti estreme delle loro tavole i paesi che
erano a loro ignoti, notavano solo in alcuni luoghi del margine,
o torbida palude, o freddo scitico, o mare agghiacciato: cosi pure
egli, dopo di avere scritto le vite degli uomini illustri, scorrendo
le epoche sino dove si può arrivare con discorso ragionevole e con
la veracità della storia, avrebbe potuto dire molto intorno a ciò
che vi e di più remoto: imperocché riputava egli essere le cose più
antiche tragiche e portentose, e che erano pascolo dei poeti e dei
favoleggiatori, onde non vi era in esse fede, nò veruna certezza.
(Plut.inTes.) Erodoto similmente in diverse narrazioni ci fa cono-
scere L'oscurità in cui si trovavano le primitive cose della Grecia.
 
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