Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Canina, Luigi
L' architettura antica (Testo): Sezione 2, Architettura greca: Monumenti — Rom, 1834-1841

DOI Seite / Zitierlink:
https://doi.org/10.11588/diglit.4999#0012

DWork-Logo
Überblick
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
8 ARCHITETTURA GRECA. PARTE I.

erano uniti a convivere in società nella Grecia, non sono bastati per stabilire una base certa, ne presentare
uno sviluppo chiaro delle prime cose a questa relative. I pochi monumenti poi, che credonsi di maggior
antichità, sono troppo dal tempo guasti, e quindi incerti ancora, se sieno a noi pervenuti, come resti di origina-
rie costruzioni, o pure come avanzi di riedificazioni o di restaurazioni fatte in epoche posteriori, secondo lo
stde usato dei tempi in cui si risarcirono. Più sicurezza si rinviene al certo nelle altre arti, poiché o dalle meda-
glie , o dalle sculture, spesso conservate nel loro stile originario, si può distinguere il successivo loro progresso.

Coloro, i quali cercarono di dimostrare con le cose, che alle altre arti appartengono, e con il soccorso
degli antichi scrittori, che i Greci appresero l'arte di edificare intieramente dagli Egiziani, o dai Traci, o dai
Fenici, o dagli Indiani, o da altra antica nazione, sembra che s'ingannino nel voler esclusivamente dare l'onore
di questo insegnamento ad un popolo solo, se si riflette, che i Greci sino dagli antichi tempi, ebbero comuni-
cazione non solo con gli Egizj, ma coi Fenici, e con gli altri popoli dell'Asia ancora. Ciascuno di essi nel
produrre il proprio sistema trovò appoggio sugli enunciati scrittori per dedurne convincenti ragionamenti di ogni
particolare derivazione. Si rileverà ancora essersi dessi allontanati dal vero, se si osserva che l'arte di costruire
non siccome le altre arti era facil cosa di esser riprodotta con eguali forme: ma si dovette adattare alla natura
del paese ed alla diversa specie dei materiali, che ivi trovavansi. Percui dalle prime opere, che si fecero per sem-
plice necessità coi suddetti mezzi, più che dalle cognizioni tramandate dagli uni agli altri, si formò con lungo
spazio di tempo quel metodo di fabbricare , che ad ogni regione più conveniva. Secondo questo principio sa-
ranno quivi esaminate le cose, che si dicono intorno alla formazione dello stile dell'arte di edificare presso i Greci.

Racconta Tucidide, scrittore delle cose dei Greci molto istruito, ed appoggiato a quelle congetture alle
quali egli stimava più in acconcio di prestar fede, che quella parte, la quale venne poi denominata Grecia,
non fu nella remota antichità stabilmente abitata: ma furono in essa frequenti sin da principio le mutazioni di
luogo; ed ogni rispettivo popolo, forzato sempre da un'altro maggior numero di uomini, abbandonava i suoi
propri confini senza molta difficoltà. Imperocché non essendo in allora tra i Greci alcuna idea di commercio,
coltivando ciascuno di essi tanto terreno quanto bastasse a viver con parsimonia, e sperando di ritrovar da
per tutto il quotidiano e necessario sostentamento, non recava loro pena di sloggiare da dove si erano stabiliti.
Quelle campagne poi, che erano le più fertili, erano anche in special modo soggette a mutar di continuo abi-
tatori, come avvenne alla Tessaglia, alla Beozia, ed a gran parte del Peloponneso, toltane l'Arcadia, e per con-
seguenza più continue erano ivi pure le sedizioni. L'Attica poi, attesa la sterilità del terreno, fu meno da
quei primitivi popoli contesa, e conservò sempre i medesimi abitatori (3). Quindi si deve supporre che pri-
mieramente nell'Arcadia, e poscia nell'Attica, si sieno formate le prime stabili abitazioni.

Tra tutte le diverse nazioni, che abitarono nei primi tempi le regioni della Grecia, quella dei Pelasgi
pare che fosse la più estesa; e si veggono questi, secondo gli antichi scrittori, sparsi pure nelle regioni del-
l'Asia Minore, nelle isole circonvicine, e neh" Italia ancora. Erano così chiamati, secondo Pausania, da Pe-
lasgo, che credevasi essere stato il primo coi suoi seguaci abitatore di quella terra (4); e secondo altri, perchè
menavano una vita errante e vagabonda, cangiando spesso dimora ed abitazione (5) ; ma forse più probabil-
mente perchè vi erano pervenuti dal mare o pelago (6). Diversa assai poi è l'opinione sulla loro origine, poiché
servono essi di base in tutte le diverse congetture che si fanno sulle derivazioni delle arti Greche ; perciò quelli
che dall'Egitto ogni cosa vogliono far derivare, i Pelasgi anche da quella regione si fanno uscire. In simil
modo altri dai Fenici, altri dagli Sciti della Tracia, altri dai popoli che abitavano tra il mar Caspio ed il mar

(3) Tucul. Lib. \. Questo è lo stato piìi generalmente ap-
provato, in cui si crede clic si trovasse la Grecia nei primi tempi.
Tucidide aggiunge inoltre clic aveva sufficentc indizio, onde crede-
re non essere grande la potenza di tali antichi popoli, e non avere
molto intrapreso di comune consentimento, prima della guerra di
Troja, le citta dell'Eliade; e neppure tpiesto nome, era egli di opi-
nione, clic non fosse stato dato peranclie a tutta la Grecia; giacché
prima dei tempi di Elleno figliuolo di Dcucalione non vi fu in
alcun modo una simil denominazione: ma tutte le distinte nazioni

si erano imposto ciascuna da per se stessa i loro nomi, e singolar-
mente laPclasgica, che era moltissimo estesa. {Tucul. Loc. cit.)

(4) Pam. Lib. 8. e. 1.

(5) Dionis. Lib. 1.

(G) Orioli presso Lnghirami Edifizj Etruschi: Disert. 7. Oltre
a queste opinioni che si attribuiscono alla derivazione del nome che
ebbero i Pelasgi, molte altre si deducono dagli scritti degli antichi,
le quali peraltro poco giovano a ritrovare la loro vera origine,
perciò si tralasciano di riportarle quivi.
 
Annotationen