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Canina, Luigi
L' architettura antica (Testo): Sezione 2, Architettura greca: Monumenti — Rom, 1834-1841

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https://doi.org/10.11588/diglit.4999#0035

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CAPITOLO II.

SVILUPPO DELL'ARTE DI EDIFICARE

ACCADUTO NELLA GRECIA

DALLA GUERRA DI TROJA SINO ALLE PRIME OLIMPIADI

I

I metodo di costruire dai Greci ritrovato, si contribuì a caratterizzare, allorché per la guerra di Troja, e per le
molte conseguenze che ne derivarono, facendosi essi più esperti nel solcarei mari, si trasferirono presso quelle
nazioni dell'Asia Minore, della Sicilia, e dell'Italia, a cui essi stessi vantavano di avere dato origine. Rendendosi
in certo modo più facile il commercio con tali popoli, ebbero motivo di comunicarsi quelle idee, le quali es-
sendo state probabilmente derivate da un medesimo fonte di quelle che avevano i Greci, e trovandosi esposte
sotto quasi eguale clima, dovettero avere un consimile principio; per cui tali cognizioni, venendo sparse in così
diverse regioni, rigenerarono opere particolari e le mostrarono sotto un aspetto alquanto differente da quello
che ebbero nella loro origine. Cosicché i Greci allorquando furono per tanti anni sotto le mura di Troja per
vendicarsi del rapimento di Elena, trovando quella città adorna di molti edifìzj e similmente le altre che sta-
vano collocate in tale regione, poterono avere maggiori cognizioni nell'arte di edificare con solidità ed eleganza.
Se gli edifìzj di Troja non avevano quella magnificenza che Omero ci descrive, giacche pare che egli abbia pre-
so più idea dai grandi palazzi e dalle altre fabbriche, ch'egli vide in Tebe, in Mcmfi, o in altri luoghi dell'Egit-
to, per maggiormente nobilitare il suo poema, che dagli edifìzj Trojani, i quali erano da trecent'anni distrutti;
non dovevano esser neppure tanto rozzi, quanto vengono da taluni supposti. La resistenza che trovarono per tanti
anni quei molli Greci raccolti sotto le mura di Troja,qualunque fossero imezzi che usassero per vincerla, ci fa
seguire l'opinione di coloro che credono essere stata la città cinta da solide mura, costrutte nel modo stesso con
cui i Greci formarono quelle delle loro principali città, denominate di costruzione Ciclopca, (l) entro alle quali
sarebbe strano il credere esservi stati solo antri e semplici capanne.

Tra le diverse descrizioni di Omero si trova che il grande palazzo di Priamo aveva nel suo ingresso cin-
quanta talami ben fabbricati, nei quali alloggiavano i principali loro figliuoli insieme colle loro mogli, nel fondo
del cortile ve ne stavano altri dodici, i quali servivono per i generi di quel monarca; ed il palazzo veniva circon-
dato da portici, le di cui pietre erano state diligentemente lavorate ; come pure si conosce che la fabbrica tutta era
adorna con molta magnificenza e ricchezza di ornamenti (2). Quasi consimile descrizione si trova pure in Omero

(1) Osserva Straberne che la citta di Troja doveva essere da
principio piccola; poiché, seguendo il sentimento di Omero, venne
da Ercole con poca gente distrutta, allorché ivi si portò per vendi-
carsi dell'offesa ricevuta da Laomedonte. (Strab. Lib. 13.) Ma
nell'epoca, che fu dai Greci assediata, doveva essere non solo mu-
nita da forti mura, ma pure adorna di non ignobili edifizj. Ben-
ché la citta da piedi del monte Ida, ove Dardano primieramente
la pose, fosse stata trasferita nelle vicine pianure, secondo quanto
si deduce dal medesimo Strabone, aveva peraltro una rocca elevata,
nella quale vi stava collocato un tempio sacro a Pallade, siccome
appare dai versi di Omero, e dagli scritti che si dicono di Ditte
Candiotto e di Darete Frigio. Da quest'ultimo si conosce ancora
che la citta venne maggiormente fortificata da Priamo, allorché fu
ucciso suo padre Laomedonte da Ercole, e che in tale occasione
egli fabbricò un grande Palazzo, con un altare ed una statua con-
sacrata a Giove. Le porte che si formarono in tali mura furono
chiamate con questi nomi, Antenoride, Dardania, Uia, Seca, Cau-

tumbria, e Trojana. La Seca, che sembra essere stata la principale
era adornata al di fuori con un capo di cavallo, e vi stava vicino
un granile faggio. (Dar. Della rovina di Troja, e O/ner. Iliad. Lib.6.)
(2) Orner. Iliad. Liad. Lib. C. La celebrità che avevano ac-
quistata le cose Trojanc presso gli antichi, fece si che, quantun-
que la citta, fosse intieramente distrutta, e che persino restasse in-
certa la sua vera posizione, se ne immaginassero molte rappresen-
tanze nelle opere di pittura e di scultura dimostranti le più insigni
azioni della guerra Trojana; e nelle prime tavole quivi annesse si
riporta disegnata la più interessante opera di tal genere che ci sia
rimasta. Si trova in questa indicata la citta cinta con mura e torri,
ed adornata di varj edilizj. Non ho creduto di far alcun cenno nel-
la antecedente epoca di tali opere descritte da Omero, benché fos-
sero edificate anteriormente alla guerra Trojana, perché le discri-
zioni di queste sembrano essere state dettate a seconda dello stile
delle opere che esistevano presso i Greci nel tempo, in cui Omero
scriveva i suoi poemi.
 
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