CAPITOLO V.
ELEGANZA INTRODOTTA DAI GRECI
NEL!/ ARTE DI EDIFICARE
DALLE CONQUISTE DEI MACEDONI A QUELLE DEI ROMANI IN GRECIA
L
'e arti presso i Greci pare che continuassero in certo modo a sostenersi tra le turbolenze, di cui venne la
Grecia agitata subito clic Filippo meditò di sottometterla al suo dominio, e si mantennero con qualche decoro
sino a tanto che, dopo di essersi molti degli stessi Greci indeboliti ed intieramente spossati per le intestine
guerre che ebbero luogo per lungo tempo contro i Focesi, cominciarono a sottomettersi al potere dei Macedoni, i
quali meno dati ai piaceri degli altri Greci si prepararono sulla caduta di questi, solide basi di un grande impero (l).
In'allora i Greci sommamente afflitti per la perdita della battaglia di Chcronea, nella quale Filippo rimase vin-
citore , perdettero anch' essi alquanto di quel loro spirito nazionale di cui andavano gloriosi, ed ossequiosi si mo-
strarono al vincitore, che persino come Dio credesi che l'onorassero. Le arti pure risentendo l'effetto di un tale
avvilimento cominciarono a declinare dal loro splendore; ed i Greci, trattando queste cercarono più di piacere
colla delicatezza degli ornamenti e delle proporzioni, che colla severità del carattere ; siccome se ne deduce prova
da quanto osserva Winkelmann nelle sue artistiche ricerche riguardanti le cose della scultura e della pittura ;
percui egli in quest'epoca prefisse lo stato del loro maggior raffinamento (2). Onde conoscere, che cgual cam-
biamento fosse accaduto nell'architettura, basterà fare il paragone tra le rovine diesi hanno del Partenone, dei
Propilei di Atene, e delle altre fabbriche erette nel tempo in cui fiorivano le arti, con quelle clic si dicono del
portico di Filippo, (3) e del tempio denominato di Giove Nemeo vicino ad Argo, (4) i di cui avanzi indicano
una costruzione fatta dopo quella che esisteva al tempo di Tucidide (5). In questi monumenti le proporzioni
Doriche sono ridotte a molta sveltezza, percui le colonne dai cinque diametri e mezzo incirca, che si trovano
avere in altezza quelle dei nominati primi edifizj, sono in questi portate sino ai sei e mezzo in sette diametri,
ed il sopraornato in conseguenza molto leggiero ; le quali cose tolsero alquanto di quella severità propria al ca-
rattere della maniera Dorica Greca.
Nel tempo in cui Filippo si adoperava per fare riconoscere dai Greci tutti il suo supremo potere, si narra
che furono edificati diversi monumenti in di lui onore : ed in specie allorché si celebrarono le nozze di Cleopatra
sua figlia con Alessandro Re dell'Epiro. In allora furono esposti in Egea spettacoli scenici con grandissimo ap-
parato, e le città principali della Grecia offrirono a Filippo corone di oro con varie onorifiche dimostrazioni (6).
Nell'isola di Delo si trova tuttora esistere un monumento dedicato a Filippo neh' accennato portico Dorico ordi-
nato con proporzioni molto leggiere. Circa la stessa epoca la Sicilia, prosperando più della Grecia per le buone
istituzioni di Timoleonte, furono innalzati diversi edifizj, ed in particolar Agatocle fece eseguire in Siracusa vi-
(1) Diod. Sic. Lib. 1G. Nel tempo dell'indicata guerra saera
fatta dai Greci contro i Focesi comandati da Filomclo, Onomarco,
e Faleco, fu saccheggiato il celebre tempio di Apollo in Delfo, in-
torno al quale si erano coloro fortificati, e lo spogliarono di tutte
le grandi ricchezze offerte in varie epoche a tale oracolo e princi-
palmente da Creso Re dei Lidj, le quali insieme si credevano aver
prodotto la somma di diecimila talenti. In tale circostanza si narra
essersi fatto da Dionigi Tiranno di Siracusa un rimprovero agli A-
teniesi per gli spogli fatti tanto all'Apollo Delfico, che al Giove
Olimpico. In'allora fu pure arso il tempio di Apollo ad Abc,
torno al quale si erano in ultimo accampali i Fr
ìn-
' ocesi
(2) Winkelmann. Storia delle arti ec. Lib. 10.
(3) Stuart. Antiq. of Athens. Tom. III. e. 10.
(4) Dilettanti. Jordan, antiq. Pari. II.
(5) Tucùl. Lib. 3. e. 11.
(G) Diod. Lib. 10. In tale occasione furono portate in teatro
con artifizio, e con macchine rappresentanti nobili edifizj, dodici
grandissime statue degli Dei maravigliosamente adornate . E con
tali statue fu anche portata, come se fosse stata la decimaterza di-
vinità, la statua dello stesso Filippo vestita similmente delle anzi-
dette con molta ricchezza. A tale spettacolo applaudirono i molli
Greci che stavano ivi raccolti.
ELEGANZA INTRODOTTA DAI GRECI
NEL!/ ARTE DI EDIFICARE
DALLE CONQUISTE DEI MACEDONI A QUELLE DEI ROMANI IN GRECIA
L
'e arti presso i Greci pare che continuassero in certo modo a sostenersi tra le turbolenze, di cui venne la
Grecia agitata subito clic Filippo meditò di sottometterla al suo dominio, e si mantennero con qualche decoro
sino a tanto che, dopo di essersi molti degli stessi Greci indeboliti ed intieramente spossati per le intestine
guerre che ebbero luogo per lungo tempo contro i Focesi, cominciarono a sottomettersi al potere dei Macedoni, i
quali meno dati ai piaceri degli altri Greci si prepararono sulla caduta di questi, solide basi di un grande impero (l).
In'allora i Greci sommamente afflitti per la perdita della battaglia di Chcronea, nella quale Filippo rimase vin-
citore , perdettero anch' essi alquanto di quel loro spirito nazionale di cui andavano gloriosi, ed ossequiosi si mo-
strarono al vincitore, che persino come Dio credesi che l'onorassero. Le arti pure risentendo l'effetto di un tale
avvilimento cominciarono a declinare dal loro splendore; ed i Greci, trattando queste cercarono più di piacere
colla delicatezza degli ornamenti e delle proporzioni, che colla severità del carattere ; siccome se ne deduce prova
da quanto osserva Winkelmann nelle sue artistiche ricerche riguardanti le cose della scultura e della pittura ;
percui egli in quest'epoca prefisse lo stato del loro maggior raffinamento (2). Onde conoscere, che cgual cam-
biamento fosse accaduto nell'architettura, basterà fare il paragone tra le rovine diesi hanno del Partenone, dei
Propilei di Atene, e delle altre fabbriche erette nel tempo in cui fiorivano le arti, con quelle clic si dicono del
portico di Filippo, (3) e del tempio denominato di Giove Nemeo vicino ad Argo, (4) i di cui avanzi indicano
una costruzione fatta dopo quella che esisteva al tempo di Tucidide (5). In questi monumenti le proporzioni
Doriche sono ridotte a molta sveltezza, percui le colonne dai cinque diametri e mezzo incirca, che si trovano
avere in altezza quelle dei nominati primi edifizj, sono in questi portate sino ai sei e mezzo in sette diametri,
ed il sopraornato in conseguenza molto leggiero ; le quali cose tolsero alquanto di quella severità propria al ca-
rattere della maniera Dorica Greca.
Nel tempo in cui Filippo si adoperava per fare riconoscere dai Greci tutti il suo supremo potere, si narra
che furono edificati diversi monumenti in di lui onore : ed in specie allorché si celebrarono le nozze di Cleopatra
sua figlia con Alessandro Re dell'Epiro. In allora furono esposti in Egea spettacoli scenici con grandissimo ap-
parato, e le città principali della Grecia offrirono a Filippo corone di oro con varie onorifiche dimostrazioni (6).
Nell'isola di Delo si trova tuttora esistere un monumento dedicato a Filippo neh' accennato portico Dorico ordi-
nato con proporzioni molto leggiere. Circa la stessa epoca la Sicilia, prosperando più della Grecia per le buone
istituzioni di Timoleonte, furono innalzati diversi edifizj, ed in particolar Agatocle fece eseguire in Siracusa vi-
(1) Diod. Sic. Lib. 1G. Nel tempo dell'indicata guerra saera
fatta dai Greci contro i Focesi comandati da Filomclo, Onomarco,
e Faleco, fu saccheggiato il celebre tempio di Apollo in Delfo, in-
torno al quale si erano coloro fortificati, e lo spogliarono di tutte
le grandi ricchezze offerte in varie epoche a tale oracolo e princi-
palmente da Creso Re dei Lidj, le quali insieme si credevano aver
prodotto la somma di diecimila talenti. In tale circostanza si narra
essersi fatto da Dionigi Tiranno di Siracusa un rimprovero agli A-
teniesi per gli spogli fatti tanto all'Apollo Delfico, che al Giove
Olimpico. In'allora fu pure arso il tempio di Apollo ad Abc,
torno al quale si erano in ultimo accampali i Fr
ìn-
' ocesi
(2) Winkelmann. Storia delle arti ec. Lib. 10.
(3) Stuart. Antiq. of Athens. Tom. III. e. 10.
(4) Dilettanti. Jordan, antiq. Pari. II.
(5) Tucùl. Lib. 3. e. 11.
(G) Diod. Lib. 10. In tale occasione furono portate in teatro
con artifizio, e con macchine rappresentanti nobili edifizj, dodici
grandissime statue degli Dei maravigliosamente adornate . E con
tali statue fu anche portata, come se fosse stata la decimaterza di-
vinità, la statua dello stesso Filippo vestita similmente delle anzi-
dette con molta ricchezza. A tale spettacolo applaudirono i molli
Greci che stavano ivi raccolti.