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Canina, Luigi
L' architettura antica (Testo): Sezione 2, Architettura greca: Monumenti — Rom, 1834-1841

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https://doi.org/10.11588/diglit.4999#0007

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PREFAZIONE

-tessendo ora abbastanza noto, che i Greci portarono le arti ad alto grado di perfezione più
di qualunque altro popolo antico, di cui abbiasi cognizione, non è perciò bisogno che io
m'accinga ad indicarne il pregio per disporre coloro che leggeranno questi scritti a conside-
rare con il maggior interessamento tale parte dell'Architettura antica. Ma osserverò solo
che presso i Greci ebbe particolarmente lo sviluppo, se non pure l'origine, quella ragionata
e nobile maniera, colla quale fu da essi fregiata l'arte dell'edificare; quella stessa che i Roma-
ni, ammirandone la bellezza, proseguirono a coltivare, se non con quella semplicità e grazia,
con cui fu trattata dai Greci, almen con più magnificenza e ricchezza di ornamenti ; e quella
stessa che i nostri maestri del decimoquinto secolo, tra l'oscurità delle cose, in cui era stata
confusa, adattandola agli usi moderni, cercarono d'introdurre presso di noi: ma venne ben
tosto guasta dal capriccio di coloro, che poco dopo a lor succedettero, per aver voluto
crear cose originali. Ora non vi è alcuno, per poco istrutto che sia nell'arte degli antichi,
il quale non conosca di quanta utilità possono essere le cognizioni, che abbiamo delle belle
opere Greche mercè le cure dei tanti diligenti artisti, che si portarono a ricercare le bel-
lezze dell' architettura in quei resti di edifizj, che furono pure i principali modelli dell'arte
presso gli antichi, e che più delle opere dei Romani e dei molti precetti, che da queste
ricavarono i cinquecentisti, hanno indicato ai moderni la vera maniera di edificare con ra-
gionevolezza e nobiltà. Quindi è che questa parte dell'Architettura antica, si rende per ogni
riguardo maggiormente interessante, e meritevole di essere anteposta alle altre.

Per l'Architettura dei Greci quivi considerata s'intende quella maniera nobile di edifi-
care, che dai tempi primitivi sino a quando passarono questi sotto il dominio dei Romani,
fu in uso presso tutti i popoli della Grecia propriamente detta, dell'Asia Minore, della Si-
cilia e dell' Italia, compresi quei dell' antica Etruria, mentre dalle poche cose che si co-
noscono di quést' ultima nazione rilevasi aver dessa nel costruire adoperato uno stile assai
consimile a quello del primo metodo stabilitosi presso i Greci. In tal modo si descrive lo
stile tenuto nell'arte dell'edificare dagl'indicati popoli in tutto il tempo che prevalse il do-
minio dei Greci ; ossia nella seconda epoca più cognita nella storia antica.

I ragionamenti tutti che in quest'opera si fanno sull'Architettura Greca, sono divisi in
tre parti. Nella prima si esaminano le vicende principali a cui fu soggetta quest'arte presso
i Greci, e si deducono queste dai monumenti esistenti, dalle cognizioni che a tal' uopo si
possono avere dagli scritti degli antichi, e dalle osservazioni dei più celebri moderni scrit-
tori . Si ragiona perciò in questa parte intorno la probabilità del modo, con cui ebbe prin-
cipio l'arte di edificare presso i Greci, e quindi progressivamente come ne derivò il primo
sviluppo dopo la guerra di Troja, come dalle prime Olimpiadi fu impiegata nei grandi edi-
fizj che s'innalzarono, come giunse alla sua perfezione dopo le invasioni Persiane, ed in fine
come alquanto decadde dal suo splendore dopo le conquiste dei Macedoni.
 
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