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Canina, Luigi
L' architettura antica (Testo): Sezione 2, Architettura greca: Monumenti — Rom, 1834-1841

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https://doi.org/10.11588/diglit.4999#0219

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CAP. IV. STRUTTURA ED ORNAMENTI DEI TEMPJ US

fossero state edificate con scelte pietre colorate. Di questa pratica ne presentano principalmente esempio le
fabbriche di Pompei, le quali per essere state costrutte coir opera cementizia erano esternamente ricoperte collo
stucco, e questo dipinto ad imitazione del marmo rosso, del giallo e di altre rare pietre; e simili esempj pre-
sentano ancora alcuni resti di edifizj costrutti con pietre non atte ad essere levicate, mentre soli pochi esempj si
rinvengono negli edifizj costrutti con marmi di parti dipinte, e queste consistevano soltanto in alcuni sfondi di
ornamenti, ed in specie di metope figurate per maggiormente rendere visibile il contorno delle sculture. Da
queste principali indicazioni di colori si vuolse ultimamente stabilire essersi tale sistema esteso pure dagli anti-
chi sopra gli edifizj formati con scelti marmi, e che questi fossero tutti esternamente dipinti con colori decisi,
e persino si formò un genere di architettura distinto col nome policroma, nok-jyj>oix, dalla detta varietà dei colori.
Quindi seguendo il medesimo sistema vi è stato alcuno, il quale ideando il ristauro per esempio degli edifizj
dell'Acropoli di Atene, ch'erano tutti costrutti con scelti marmi, pazzamente l'immaginò dipinti tutti con forti
colori rossi, gialli e turchini, in modo veramente stonante; altri credettero che parimenti fossero state dipinte
tutte le sculture figurate con colori corrispondenti al vero, e simili altre strane supposizioni si rinvengono in
particolare negli scritti dei moderni. Mentre reputiamo essere stato ragionevole l'aver procurato coi colori di far
rappresentare marmi scelti le pietre ordinarie e le costruzioni cementizie coperte di stucco, giudichiamo poi
essere veramente irragionevole il supporre che gli antichi avessero tolta ai detti marmi levicati la naturale loro
bellezza, e ridotti a figurare stucchi o altra materia ordinaria; onde è che non crediamo d'intrattenersi di più
su queste strane supposizioni e cosi porremo termine alle osservazioni fatte sulle differenti maniere di decorare
gli edifizj sacri.

CAPITOLO V

PROPILEI

\^uegli edifizj pubblici ch'erano detti dai Greci nponvlxix, dei quali ci sono rimasti alcuni grandiosi avanzi tra le
rovine della Grecia, non facendone menzione Vitruvio nei suoi libri di architettura, di cui ci siamo prefissi in
queste osservazioni di seguire la medesima distribuzione, crediamo conveniente di esaminarne la loro struttura
immediatamente dopo quella dei tempj ; imperocché in Atene, in Eleusi, in Priene ed in Sunio, ove esistono
resti di tali edifizj, servivono principalmente d'ingresso ad un recinto, nel quale vi stava posto un qualche
celebre tempio. Così in Atene i propilei stavano posti nel recinto dell'Acropoli, sulla quale specialmente
trionfava il Partenone, in Eleusi in quello del celebre tempio di Cerere e Proserpina, in Sunio in quello di
Pallade, ed in Priene in quello di Minerva Poliade; per cui più che a qualunque altra specie di edifizj, ai tempj
questi propilei appartenevano.

Tanto la forma di questi stessi edifizj, quanto il nome loro, designano chiaramente che hanno avuto
origine dall'essersi primieramente edificato un portico avanti a qualche semplice porta antica; imperocché si
vedono essi composti da un vestibolo ornato con colonne, che serve di maggior decorazione alle porte, ed il
loro nome spiega bene questa circostanza; giacché i Greci con nóh) denotarono una porta qualunque, onde
npmvlxtov il luogo avanti la porta giustamente era detto. Ma siccome abbiamo altrove osservato che le porte di
città si solevano sempre distinguere in numero plurale dai Greci; così pure xpomhtxa si dicevano questi edifizj,
benché si riferisse ad un solo di essi, come in particolare lo dimostra Pausania nel descrivere i propilei di
Atene, il quale li dice npfatìma.' Questi propilei d'Atene erano stati fatti costruire da Pericle colla direzione di
Mnesicle, e più di tutti gli altri ci fanno ancora conoscere la derivazione dei portici appoggiati da una parte e
dall'altra al muro, nel quale erano praticate le porte; ed anche dalla diversità di piano che ha il primo portico
col secondo, si conosce essere stato il portico posteriore aggiunto dopo forse che era stata terminata la costru-
zione dell'anteriore. La forma principale di questi due portici, considerati separatamente l'uno dall'altro, è
consimile a quella dei portici o pronai che stavano posti avanti alle celle dei tempj, e ne prendevano nell'esterno
 
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