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Canina, Luigi
L' architettura antica (Testo): Sezione 2, Architettura greca: Monumenti — Rom, 1834-1841

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https://doi.org/10.11588/diglit.4999#0218

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114 ARCHI!ETTURA GRECA. PARTE II.

continuate delia foglia dell'acanto spinoso, come si offre delineato nella fig. 1 3 della Tav. CV, che di qualunque
altra specie di foglie disgiunte tra loro. Nella ben nota iscrizione risguardante la struttura del tempio di Minerva
Poliade in Atene, per indicare alcuni lavori negli architravi non ultimati, si dicono calche, xótya;, e siccome
in detti architravi vi erano soltanto sculpite simili foglie nella cimasa; così si viene a conoscere che queste con
tal nome vennero distinte, ed anche era in tal modo formata quella parte del capo della colonna che Esichio desi-
gna essersi distinto con la voce vt.aa.yr}.... [àpog xayaX^g xwvos. Trovandosi poi da Suida in particolare spiegato essersi
denominato con xxl/ri un'erba che tingeva il color purporeo, si deve credere cosi che, o fossero tali foglie imitate
da quelle che produceva quest'erba, oppure perchè erano tinte in opera col designato colore, come si è ritrovato
essersi alcune volte praticato dagli antichi. Delle due specie di acanto quale venisse comunemente prescelta dai
Greci nello sculpire ornamenti ad imitazione di tale pianta, già l'abbiamo dimostrato nel descrivere il capitello
corintio, al quale principalmente apparteneva questa decorazione; ora nella Tav. CVI, riportiamo delinealo tanto
l'acanto silvestre spinoso, quanto il domestico molle, come ambedue vengono naturalmente prodotti; onde meglio
far conoscere la diversità che vi esiste tra l'una e l'altra specie, ed in qual modo poterono servire di modello nello
stabilire i designati ornamenti. Altre specie di foglie poi si trovano impiegate dai Greci nelle decorazioni delle
loro fabbriche, ma per essere o meno comuni, o più variatamente trattate, tralasceremo di descriverle, come
ancora non s'intratterremo a considerare quel genere di ornamenti composti con diverse specie di foglie, fiori
e frutti, perchè sono d'essi più facili a dimostrarsi coi disegni, quali riportiamo nelle Tavole, che con scritti.
Pertanto nella Tav. CVII offriamo delineati alcuni ornamenti di queste specie complicati che si trovano essersi
impiegati nella decorazione delle colonne e delle paraste in particolare.

L'ultima specie degli ornamenti da noi distinti in queste osservazioni è quella ch'era composta con figure
diverse animate, le quali in generale erano dette dai Greci £<2<x, perchè con la voce ?<5sv c&aj si designava un'es-
sere vivente qualunque; onde gsiqpépes e Cayópo; veniva denominato il luogo su cui stavano le medesime figure rap-
presentate, ch'era più comunemente il fregio, come si è dimostrato nel descrivere le parti dei differenti generi
di colonne. Queste decorazioni erano più soggette a variazione di qualunque altra specie di ornamenti; perchè
sia che rappresentassero figure umane o figure di animali di diversa specie, sempre venivano adattate a circo-
stanze particolari e non soggette ad alcun determinato sistema. Pertanto onde riferirne un qualche esempio,
riportiamo delineato nella Tav. CV fig. 1 4 un simile ornamento che stava sculpito sopra alcune paraste del
tempio di Apollo a Didimi, nel quale si veggono rappresentati leoni alati con lire nel mezzo. 11 modo poi col quale
erano adornati gli edifìzj con opere di scultura figurata, come ne presentava un nobile esempio il Partenone in
particolare, già l'abbiamo dimostrato nel descrivere la struttura di questi edifìzj sacri; e la eccellenza di tali
opere è troppa nota per gli scritti e per i disegni ritratti con maestria, perchè sia necessario di aggiungere quivi
alcuna altra osservazione; come ancora a riguardo delle pitture figurate non meno celebri, che decoravano le
mura interne delle celle, delle quali ne abbiamo particolari descrizioni da Pausania di quelle che esistevano
nei tempj di Teseo e di Eretteo, di Castore e Polluce in Atene, e di quelle celebri di Polignoto nel tempio di
Minerva a Platea.

Le designate differenti specie di decorazioni erano eseguite ora in scultura, ora in dipinto, ed ora pure in
musaico. Quelle che erano sculpite in pietra aveano un conveniente rilievo, tanto per riguardo alle dimesioni,
quanto per rispetto al luogo in cui doveano essere collocate, ed un tale rilievo era più o meno aggettato a mi-
sura che le opere venivano poste distanti da dove si doveano vedere; e tutte erano intagliate con molta maestria.
Quelle che erano dipinte venivano distinte con due semplici colori, l'uno disteso nel fondo, e l'altro sulla parte
ornamentale figurata in rilievo, e queste opere erano praticate negli sfondi dei cassettoni e nelle parti piane degli
architravi dei soffitti, come in particolare ne offre esempio quanto vi rimane del tempio di Teseo in Atene. Quelle
eseguite in musaico poi erano destinate precipuamente per i pavimenti più nobili, ed erano distinte con diversi
colori, ma più comunemente in bianco e nero, come ne presentano esempio i pochi avanzi che furono ulti-
mamente scoperti del tempio di Giove Olimpico in Elide Tav. L. Allorché poi gli edifìzj non erano costrutti
con inarmi o pietre levicate, si solevano dagli antichi dipingere gli ornati stessi con varj colori per maggior-
mente farli risaltare, come se ne sono trovate diverse indicazioni nei monumenti edificati con materiali ordi-
nar], e principalmente allorché erano eseguiti collo stucco; e ciò facevasi ancora per farle comparire come se
 
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