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Canina, Luigi
Descrizione dell'antico Tusculo — Rom, 1841

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https://doi.org/10.11588/diglit.3742#0160
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PARTE III. MONUMENTI CLASSE V.

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OPERE IN STUCCO

Nelle opere in stucco, come in quelle degl'indicati altri generi, i tusculani
mostrarono molta abilità; perciocché nonostante le grandi distruzioni fatte ed il
lungo tempo che rimasero sotterra le reliquie superstiti, pure si trovano esse
assai bene conservate, ed esaminandole attentamente si ravvisano poste in uso tutte
quelle pratiche che in particolare vennero prescritte da Vitruvio. Precipuamente
nelle volte ed in quei soffitti in piano tessuti con canne, detti perciò camere a canna,
si solevano impiegare gli ornamenti e le cornici di stucco; e dopo che erano stati
quegli apparecchi ben intonacati con calce ed arena, osservava lo stesso Vitruvio
che conveniva fare sotto le medesime volte, camerae, le cornici, coronae, quanto
si potevano leggeri e sottili; giacche le grandi erano soggette a cadere per il pro-
prio peso; ed in tali cornici non dovevasi mescolare benché la minima parte di
gesso, ma dovevano essere portate a compimento con la polvere di marmo, affin-
chè il gesso, che faceva sollecita presa, non avesse impedito all'opera di asciuttarsi
egualmente nello stesso tempo (1 ). Le cornici delle fabbriche tusculane si trovano
più comunemente intagliate con varj ornati ad imitazione di quelle fatte in marmo.
Sono eziandio spesso colorite pure a somiglianza dei marmi, ed anche indorate.
La diligenza poi con cui si trovano eseguite è sempre ammirabile, perchè anche
nelle più minute parti si vedono condotte a perfetto compimento di lavoro.

FIGURE BACCHICHE ESEGUITE IN STUCCO



TAVOLA XLVII. Il frammento più atto a dimostrare la somma perizia posta
in uso nelle opere in stucco nell'adornamento delle fabbriche tusculane, è quello
che venne discoperto dal marchese Biondi nell'anno 1838 in quella casa sotto-
posta al lato settentrionale delle mura del Tusculo che si credette appartenere
alla famiglia dei Cecilii. Di esso già lo stesso Biondi ne diede un cenno nell'ultima
dissertazione che lesse nell'accademia romana di Archeologia. Nella parte supe-
riore del medesimo frammento conservato vcdonsi ricavate nel fondo rosso con
stucco dorato figure che terminano sotto il ventre non in fogliami, come credette
il suddetto descrittore, ma in panneggi. A queste figure corrispondono nei lati sfingi
in rilievo bianco volte a tergo tra loro, colle code collegate alle mani delle figure
anzidette e con nel mezzo candelabri. Nel fregio inferiore su campo bianco vedonsi
rappresentate in rilievo di stucco diverse figure bacchiche appartenenti ad alcuna

(1) Vitruvio Lio. VII. e. 3. Vedendosi in Plinio (Ilist. Nat. Lio. XXXVI. e. 59) indicalo essersi nelle opere di
stucco impiegato il gesso, mentre da Vitruvio giustamente venne escluso, è da credere che si riferisse ad altro
genere di opere o pratiche parziali tenute in altri paesi ove il gesso era più comune.
 
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