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Canina, Luigi
Descrizione dell'antico Tusculo — Rom, 1841

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https://doi.org/10.11588/diglit.3742#0159
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Ì6S

L'ANTICO TUSCULO

l'etnica teologia come l'emblema dell'etere e della luna, ed il nume tutelare dello
zodiaco. È probabile che la villa, a lastricare il cui pretorio era stato impiegato que-
sto musaico, appartenesse a qualche romano illustre in guerra, come un Pollione,
uno Scauro, un Coccejo, un Metello, personaggi le cui ville tusculane sono cono-
sciute nelle memorie dell'antico Lazio „ (2). A questa chiara descrizione del Vi-
sconti non può aggiungersi altro che si considera tuttora quell'opera per una delle
principali di quel genere, quantunque posteriormente se ne sieno scoperte diverse
altre, e ciò serve maggiormente per contestare la ricchezza e la nobiltà delle ville
tusculane.

MUSAICI FIGURATI

TAVOLA XLV. I musaici figurati, che offronsi delineati in questa Tavola,
furono rinvenuti nella stessa villa antica in cui venne discoperto l'anzidetto musaico
della Minerva, e sussistono ora nel museo Kircheriano. Dovevano essi appartenere
ad alcun pavimento forse più riccamente adorno dell'anzidetto, ed anche di lavoro
più ricercato. Le tre figure di donne alate, che si poterono conservare, quali sono
esposte nel mezzo della Tavola, sembrano aver rappresentato tre Vittorie distinte.
La prima, posta in un lato, dai trofei che sorregge si conosce essere stata terrestre j
la seconda, situata nel lato opposto, dall ancora che sostiene, si deduce essere stata
navale; e la terza, collocata nel mezzo, vedesi nuda forse allusivamente ad alcuna
vittoria riportata senza spoglie. Se l'anzidetto pavimento si credette essere stato
relativo ad alcun romano illustre in guerra, che possedette quella villa, per es-
servi stato in esso rappresentata Minerva con l'egida, con più chiarezza trovasi
confermata una tale opinione dalle suddette figure di Vittorie. Le maschere sceni-
che, interposte alle stesse figure, dovevano evidentemente aver appartenuto ad
alcun altro pavimento ; perchè non si trovano esser d'accordo con quanto viene
rappresentato dalle anzidette figure.

PAVIMENTO DI MARMI DIVERSI

TAVOLA XLVI. Per esporre alcun esempio del genere dei pavimenti settili,
si è prescelto quello che fu discoperto dal marchese Biondi nell'anno 1838 nella
casa denominata dei Cecilii; perchè fu rinvenuto più conservato e di un bel dise-
gno. Esso vedesi formato con quadrelli di rosso antico, triangoli di palombino e di
esagoni detti favi da Vitruvio, perchè erano simili alle figure dei favi delle api, e
questi vedonsi fatti colla stessa pietra bianca. L'elegante disegno, con cui venne
composto il medesimo pavimento con tali varie figure di marmo, offresi delincato
nella enunciata Tavola, unitamente alle fascie di altri marmi che componevano il
suo contorno. Diversi altri pavimenti dello stesso genere si scuoprirono negli scavi
antecedenti, i quali vennero scomposti senza conservarne memoria.

(2) Ennio Quirino Visconti. Il Musco I'io-Clcmcnlino. Tomo VII. Taf. XLVII.

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