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Canina, Luigi
Descrizione dell'antico Tusculo — Rom, 1841

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https://doi.org/10.11588/diglit.3742#0029
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28

L'ANTICO T li SCULO

masso della pietra di cui è lo stesso monte formato; così s'impresero ad allacciare
alcune filtrazioni che gemevano a piedi del lato settentrionale di quel piano sot-
toposto alla stessa sommità in cui venne poscia protratta la città. Quelle sorgenti
di acqua furono raccolte entro una botte costrutta di pietra con copertura disposta
a strati orizzontali in modo assai simile a quello impiegato nelle strutture che solo
si trovano praticate anteriormente alla introduzione in questi paesi del motodo di
voltare le arcuazioni con pietre cuneatc e dirette al centro; perciò si considera
questo monumento per uno dei principali che ci rimangono di quel genere di
struttura, e serve di chiaro documento per dimostrare essere stata l'opera del-
l'allacciamento delle indicate sorgenti impresa a farsi sino da questi primi tempi
ora considerati. Posteriormente poi, volendosi accrescere l'acqua nella stessa botte,
si traforarono nelle viscere del monte diversi bracci di cuniculi che vennero pro-
tratti sino al piede delle mura della primitiva città.

Alla bontà dell'aria propria del luogo, in cui fu stabilita la città anzidetta,
ed a quella quantità di acqua che si potè raccogliere , si aggiungeva un fertile
territorio, il quale è da credere che sino da questi primi tempi si stendesse verso
oriente e settentrione su tutta la pendenza del gruppo dei colli, ai quali forma
capo l'albano, sino al confine dei territorj appartenenti ai labici ed ai gabii ; e
verso occidente e mezzogiorno dalla valle che separa il colle tusculano dall'albano
si doveva stendere sino al confine del territorio dei telleni. Abbracciando così quel
territorio una ragguardevole estensione di terre fertili, potè la popolazione sta-
bilita sul Tusculo prosperare sino dal suo principio quanto alcun altra delle
principali città dei prischi latini. Però mentre il Tusculo erasi unito alla lega la-
tina col mezzo del sopraindicato stabilimento della colonia albana, doveva conti-
nuare a reggersi colle proprie istituzioni ; perciocché si hanno distinte memorie
che dimostrano essersi le stesse istituzioni conservate anche nei tempi posteriori.
Così con questa osservazione si è compito di osservare quanto è relativo alla prima
epoca da noi stabilita.

CAPITOLO II.

EPOCA REALE

Poche ed incerte memorie ci vennero tramandate dagli antichi scrittori risguar-
danti i tusculani nel tempo che durò il governo dei sette re di Roma ; perebè pa-
lesemente solo poca parte presero essi nelle tante guerre che si fecero dai romani
contro i diversi popoli abitanti delle città circonvicine. Ciò devesi in particolare attri-
buire alla fortezza del luogo che essi presero ad abitare e che resero maggiormente
inespugnabile con i munimenti diretti da Tclegono. Così il Tusculo venne rispettato
nelle varie incursioni fatte dai romani sotto il regno di Romolo; giacché non vedesi
annoverato tra le diverse città assoggettate al loro potere. Né fu in allora tolta alcuna
parte delle terre spettanti agli stessi tusculani j poiché il territorio proprio di Roma

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