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Cellini, Benvenuto; Carpani, Giovanni Palamede [Oth.]
Opere di Benvenuto Cellini (Volume 1): Vita di Benvenuto Cellini: orefice e scultore fiorentinoda lui medesimo scritta, nella quale si leggono molte importanti notizie appartenenti alle arti ed alla storia del secolo XVI — Milano: Dalla Società Tipografica de' Classici Italiani, contrada di s. Margherita, 1806

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https://doi.org/10.11588/diglit.71580#0164
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ZÒO VITA BI BENVENUTO
di lui , presi un mio gelifalco che io avevo
quivi, il qual pezzo si è maggiore e più
lungo di un sacro , quasi come una mezza
colubrina. Questo pezzo io lo voltai, dipoi
la caricai con una buona parte di polvere
fine (() mescolata colla grossa ; dipoi lo
dirizzai benissimo a quest' uomo rosso, dan-
dogli un ' arcata (2) maravigliosa , perche
era tanto discosto , che l'arte non promet-
teva tirare così lontano artiglierie di quella
sorta : dettigli fuoco, e presi appunto nel
mezzo quell'uomo rosso , il quale si aveva
messo la spada per saccenteria dinanzi in
un certo suo modo spagnolesco; che giun-
ta la mia palla dell' artiglieria, percosso in
quella spada , si vide il detto uomo diviso
in due pezzi. Il Papa, che tal cosa non
appettava , ne prese assai piacere e maravi-
glia, sì perchè gli pareva impossibile che
un'artiglieria potesse giugoere tanto lungi
di mira, e perchè quell'uomo esser diviso
in due pezzi , non si poteva accomodare
come questo caso star potesse; e mandato-
mi a chiamare, mi dimandi : per la qual
cosa io dissi tutta la diligenza che io avevo
usato a tal modo di tirare; ma per esser
l'uomo in due nè egli nè io sapevamo la
causa . Inginocchiatomi , lo pregai che mi

(1) Fine è anche aggiunto singolare d'ambedue u
generi, e significa sottile , valente ec.
(2) Dar un arcata , secondo J'Alberti che cita questo
passo, è tirare senza por la mira colle regole ordinarie^
 
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