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Cellini, Benvenuto; Carpani, Giovanni Palamede [Oth.]
Opere di Benvenuto Cellini (Volume 1): Vita di Benvenuto Cellini: orefice e scultore fiorentinoda lui medesimo scritta, nella quale si leggono molte importanti notizie appartenenti alle arti ed alla storia del secolo XVI — Milano: Dalla Società Tipografica de' Classici Italiani, contrada di s. Margherita, 1806

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https://doi.org/10.11588/diglit.71580#0369
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CELLINI. 335
seppe fare a questo giovanetto qualche ca-
rezza, forse più là che l'uso dell' onestà ;
per la qual cosa io m'avvedevo, che molte
volte questo giovanetto andava più che il
solito suo a veder la sua maestra. Accad-
de, che avendo un giorno dato malamente
delle busse a un fattorino di bottega , il
quale, giunto eh' io fui, che venivo di
fuora , il detto fanciullo si doleva, dicen-
domi, che Àscanio gli aveva dato senza ra-
gione nessuna; alle quali parole io dissi a
Àscanio: o con ragione o senza ragione,
non ti venga mai più dato a nessuno di
casa mia , perchè tu sentirai in che modo
io so dare, io . Egli mi rispose; ond' io su-
bito me gli gittai addosso, e gli detti de'
pugni e calci, le più aspre busse ch'egli
sentissi mai . Più tosto eh' e' mi potette u-
scir delle mani senza cappa e senza ber-
retto fuggì fuora , e per due giorni io non
seppi mai dov' egli si fussi, nè manco ne
cercavo ; se non che in capo di due giorni
venne da me a parlarmi un gentiluomo
spagnuolo, il quale si domandava Don Die-
go . Questo era il più liberale uomo, ch'io
conoscessi mai al mondo, lo gli avevo fat-
te e gli facevo alcune opere, di modo
ch' egli era assai mio amico . E mi disse ,
che Àscanio era tornato col suo vecchio
maestro e che, se mi pareva, io gli dessi
la sua berretta e cappa che io gli avevo
donata. A queste parole io dissi, che Fran-
cesco si era portato male e ch' egli aveva
 
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