CELLINI. 141
va l'altro fidinolo e mio fratello tanto va-
lorosissimo alla guerra, e eh 10 dovessi at-
tendere a quella maravigliosa arte , nella
quale tant'anni e con sì grandi studj mi
era affaticato. Dipoi, sebbene io gli promisi
ubbidirlo, pensò come persona savia, che
se veniva il Signor Orazio , sì per avergli
io per me promesso e per altre cause, io
non potrei mai mancare di non seguitar le
cose della guerra: così con un bel modo
pensò levarmi di Firenze, dicendo così: 0
caro mio figliuolo , qui è la peste inestima-
bile, grande, e mi pare tuttavia di vederti
tornare a casa con essa ; io mi ricordo, es-
sendo giovane ch'io me n'andai a Mantova ,
nella qual patria io fui molto carezzato, e
ivi stetti parecchi anni : io ti prego e co-
mando, che per amor mio, più presto oggi
che domani, di qui ti levi e là te ne va-
da. lo, perchè sempre mi son dilettato di
veder il mondo e non essendo mai stato a
Mantova , volentieri andai: presi quei da-
nari ch' io avevo portati, e la maggior par-
te di essi ne lasciai al mio buon padre,
promettendogli d'ajutarlo sempre dove io
fussi , lasciando la mia sorella maggiore a
guida del povero padre . Questa aveva no-
me Cosa, e non avendo mai voluto ma-
rito , era accettata monaca in S. Orsola, e
così soprastava per ajuto e governo del
vecchio padre e per guida dell'altra mia
sorella minore , la quale era maritala a un.
Gerto Bartolommeo scultore. Così partitomi
va l'altro fidinolo e mio fratello tanto va-
lorosissimo alla guerra, e eh 10 dovessi at-
tendere a quella maravigliosa arte , nella
quale tant'anni e con sì grandi studj mi
era affaticato. Dipoi, sebbene io gli promisi
ubbidirlo, pensò come persona savia, che
se veniva il Signor Orazio , sì per avergli
io per me promesso e per altre cause, io
non potrei mai mancare di non seguitar le
cose della guerra: così con un bel modo
pensò levarmi di Firenze, dicendo così: 0
caro mio figliuolo , qui è la peste inestima-
bile, grande, e mi pare tuttavia di vederti
tornare a casa con essa ; io mi ricordo, es-
sendo giovane ch'io me n'andai a Mantova ,
nella qual patria io fui molto carezzato, e
ivi stetti parecchi anni : io ti prego e co-
mando, che per amor mio, più presto oggi
che domani, di qui ti levi e là te ne va-
da. lo, perchè sempre mi son dilettato di
veder il mondo e non essendo mai stato a
Mantova , volentieri andai: presi quei da-
nari ch' io avevo portati, e la maggior par-
te di essi ne lasciai al mio buon padre,
promettendogli d'ajutarlo sempre dove io
fussi , lasciando la mia sorella maggiore a
guida del povero padre . Questa aveva no-
me Cosa, e non avendo mai voluto ma-
rito , era accettata monaca in S. Orsola, e
così soprastava per ajuto e governo del
vecchio padre e per guida dell'altra mia
sorella minore , la quale era maritala a un.
Gerto Bartolommeo scultore. Così partitomi