CELLINI. 147
tornarmene a Roma . Ancora quel mio caro
amico , ch'io dissi (1) prima in altre mie an-
gustie tanto aiutato da lui (questo si era
Piero di Giovanni Landi), ancora questo mi
disse, ch'io mi dovessi fermare alquanto
in Firenze ; perchè essendo i Medici caccia-
ti di Firenze (cioè il Signor Ippolito e il
Signor Alessandro , i quali furono poi un
Cardinale e l'altro Duca di Firenze) questo
Piero mi disse , ch' io dovessi stare un po-
co a vedere quello che si faceva (2) . Così
cominciai a lavorare in Mercato Nuovo , e
(1) V. a pag. 49.
(2) I Fiorentini tosto che videro il Papa assediato ,
indussero il Card. Passerini , che in nome di lui gover-
nava Firenze, a ristabilirvi l'antico governo ed a ri-
mettere i Medici nella classe de' privati. Il Card, dopo
aver piegato alla circostanza, si ritirò coi giovani Prin-
cipi a Lucca; e quindi nel 17. Maggio si compì la
rivoluzione di Firenze, atterrandosi le armi del Papa,
ed unendosi il gran Consiglio in cui fu eletto Gonfalo-
niere Niccolò Capponi. Tutti gli sforzi militari e civili
furono allora adoperati dai Fiorentini per sostenere il
nuovo ordine di cose, a segno che poco riuscendo loro
di giovarsi della protezione de' Principi esteri, tentaro-
no nel r5z8. di richiamare l'entusiasmo e le massime
di F. Savonarola, dichiarando Gesù Cristo per solo Ile
e Signore di Firenze. Ma fattasi la pace tra Carlo V.
ed il Papa, e stabilito il matrimonio di Alessandro fi-
glio naturale di Clemente VII. con Margherita figlia pure
naturale di Carlo V., restò decisa la sorte di Firenze ;
ed essendo destinato il Principe d'Oranges a soggiogarla,
malgrado l'ostinata resistenza de' suoi soldati e le in-
gegnose fortificazioni del gran Buonarroti , quella città
dovette arrendersi agli Imperiali nell'Agosto i53o. ; e
da quell' epoca formò sempre un assoluto principato ere-
ditario c
tornarmene a Roma . Ancora quel mio caro
amico , ch'io dissi (1) prima in altre mie an-
gustie tanto aiutato da lui (questo si era
Piero di Giovanni Landi), ancora questo mi
disse, ch'io mi dovessi fermare alquanto
in Firenze ; perchè essendo i Medici caccia-
ti di Firenze (cioè il Signor Ippolito e il
Signor Alessandro , i quali furono poi un
Cardinale e l'altro Duca di Firenze) questo
Piero mi disse , ch' io dovessi stare un po-
co a vedere quello che si faceva (2) . Così
cominciai a lavorare in Mercato Nuovo , e
(1) V. a pag. 49.
(2) I Fiorentini tosto che videro il Papa assediato ,
indussero il Card. Passerini , che in nome di lui gover-
nava Firenze, a ristabilirvi l'antico governo ed a ri-
mettere i Medici nella classe de' privati. Il Card, dopo
aver piegato alla circostanza, si ritirò coi giovani Prin-
cipi a Lucca; e quindi nel 17. Maggio si compì la
rivoluzione di Firenze, atterrandosi le armi del Papa,
ed unendosi il gran Consiglio in cui fu eletto Gonfalo-
niere Niccolò Capponi. Tutti gli sforzi militari e civili
furono allora adoperati dai Fiorentini per sostenere il
nuovo ordine di cose, a segno che poco riuscendo loro
di giovarsi della protezione de' Principi esteri, tentaro-
no nel r5z8. di richiamare l'entusiasmo e le massime
di F. Savonarola, dichiarando Gesù Cristo per solo Ile
e Signore di Firenze. Ma fattasi la pace tra Carlo V.
ed il Papa, e stabilito il matrimonio di Alessandro fi-
glio naturale di Clemente VII. con Margherita figlia pure
naturale di Carlo V., restò decisa la sorte di Firenze ;
ed essendo destinato il Principe d'Oranges a soggiogarla,
malgrado l'ostinata resistenza de' suoi soldati e le in-
gegnose fortificazioni del gran Buonarroti , quella città
dovette arrendersi agli Imperiali nell'Agosto i53o. ; e
da quell' epoca formò sempre un assoluto principato ere-
ditario c