CELLINI.
181
nella detta lapida l'arme nostra de' Cellin^
la quale io alterai da quel eh' eli’ è pro-
pria ; perchè si vede in Ravenna, che è
città antichissima, i nostri Cellini onoratis-
simi gentiluomini, i quali hanno per arme
un leone raspante , color d’oro , in campo
azzurro, con un giglio rosso posto nella
zampa diritta, e sopra il rastrello con tre
piccoli gigli d’oro. Questa è la nostra vera
arme de’ Cellini . Mio padre me la mostrò,
quale era la zampa sola con tutto il re-
stante delle dette cose; ma a me più pia-
cerebbe che s’osservasse quella de’CelIrni
di Ravenna sopraddetta (i). Tornando alle
dette cose, eh’ io feci fare nel sepolcro del
mio fratello , era la branca del leone e,
in cambio del giglio , gli feci un' accetta
in mano, col campo di detta arme; e quel-
1' accetta eh’ io feci, fu solo perchè io
non mi scordassi di far le sue vendette .
Attendevo con grandissima sollecitudi-
ne a finir quell' opera d'oro di Papa Cle-
(t) Tanta era la predilezione del Cellini per que-
st' arme, che lasciolla da sé medesimo disegnata parte
con matita e parte con inchiostro sovra una carta, n^lla
quale si legge di sua mano la seguente memoria: La
vera arme de' Cellini conforme a quella delti gentiluomini di
Ravenna città antichissima^ e trovata in casa mia insino
da Cristofano Cellini mio bisavo padre di Andrea mio
avolo . Così dicesi nella prefazione dell' Oreficeria , edi-
zione del 1731. Per questo noi abbiamo sottoposta al
ritratto deli' autore la detta arme quale egli la con^
servava .
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nella detta lapida l'arme nostra de' Cellin^
la quale io alterai da quel eh' eli’ è pro-
pria ; perchè si vede in Ravenna, che è
città antichissima, i nostri Cellini onoratis-
simi gentiluomini, i quali hanno per arme
un leone raspante , color d’oro , in campo
azzurro, con un giglio rosso posto nella
zampa diritta, e sopra il rastrello con tre
piccoli gigli d’oro. Questa è la nostra vera
arme de’ Cellini . Mio padre me la mostrò,
quale era la zampa sola con tutto il re-
stante delle dette cose; ma a me più pia-
cerebbe che s’osservasse quella de’CelIrni
di Ravenna sopraddetta (i). Tornando alle
dette cose, eh’ io feci fare nel sepolcro del
mio fratello , era la branca del leone e,
in cambio del giglio , gli feci un' accetta
in mano, col campo di detta arme; e quel-
1' accetta eh’ io feci, fu solo perchè io
non mi scordassi di far le sue vendette .
Attendevo con grandissima sollecitudi-
ne a finir quell' opera d'oro di Papa Cle-
(t) Tanta era la predilezione del Cellini per que-
st' arme, che lasciolla da sé medesimo disegnata parte
con matita e parte con inchiostro sovra una carta, n^lla
quale si legge di sua mano la seguente memoria: La
vera arme de' Cellini conforme a quella delti gentiluomini di
Ravenna città antichissima^ e trovata in casa mia insino
da Cristofano Cellini mio bisavo padre di Andrea mio
avolo . Così dicesi nella prefazione dell' Oreficeria , edi-
zione del 1731. Per questo noi abbiamo sottoposta al
ritratto deli' autore la detta arme quale egli la con^
servava .