BELLINI. 237
mandato . Questo gentiluomo , chiamato a
parte Messer Giovanni e me, ci disse, che
il Cardinale gli aveva detto quelle parole
che egli aveva inteso dire al Papa ; e che
non aveva rimedio nessuno da potermi a-
jutare, e che io facessi tutto il mio potere
di scampare questa prima furia, e eh' io
non mi fidassi in nessuna casa di Roma.
Subito partitosi il gentiluomo, il detto Mes-
ser Giovanni guardandomi in viso faceta
segno di lacrimare, e disse: oimè ! tristo a
me, che io non ho rimedio nessuno a po-
terti ajatare! Allora io dissi: mediante Id-
dio , m'ajuterò ben da me ; solo vi ricerco
che voi mi serviate d un de' vostri cavalli.
Era già messo in ordine un cavallo morel-
le, turco, il più beilo e il miglior di Roma.
Montai in sur esso con un archibus> a
ruota dinanzi all" arcione , stando in ordine
per difendermi con esso. Giunto eh' io fui
a Ponte Sisto , vi trovai tutta la guardia
del Bargello a cavallo e a pie; così facen-
destò nell'Imperatore tali sospetti , che fu per alcuni giorni
arrestato. Non contento delle immense sue ricchezze,
ed invidiando la sovranità di Firenze data al Duca
Alessandro, ordì contro di esso un' orribile congiura,
che però non ebbe effetto. Tradito nelle sue speranze e
disonorato in Italia desiderò d'unirsi a Carlo V. nella
spedizione di Tunisi; mi non essendo stato accolto
dagli Imperiali, nel rammarico in cui si trovava fu as-
salito da una violentissima febbre , che lo tolse di vita
nel <535. non senza sospetto di veleno. Lasciò un figlio
naturale chiamato Asdrubale. Abbiamo di lui una ele-
gante traduzione del secondo libro dell' Eneide.
mandato . Questo gentiluomo , chiamato a
parte Messer Giovanni e me, ci disse, che
il Cardinale gli aveva detto quelle parole
che egli aveva inteso dire al Papa ; e che
non aveva rimedio nessuno da potermi a-
jutare, e che io facessi tutto il mio potere
di scampare questa prima furia, e eh' io
non mi fidassi in nessuna casa di Roma.
Subito partitosi il gentiluomo, il detto Mes-
ser Giovanni guardandomi in viso faceta
segno di lacrimare, e disse: oimè ! tristo a
me, che io non ho rimedio nessuno a po-
terti ajatare! Allora io dissi: mediante Id-
dio , m'ajuterò ben da me ; solo vi ricerco
che voi mi serviate d un de' vostri cavalli.
Era già messo in ordine un cavallo morel-
le, turco, il più beilo e il miglior di Roma.
Montai in sur esso con un archibus> a
ruota dinanzi all" arcione , stando in ordine
per difendermi con esso. Giunto eh' io fui
a Ponte Sisto , vi trovai tutta la guardia
del Bargello a cavallo e a pie; così facen-
destò nell'Imperatore tali sospetti , che fu per alcuni giorni
arrestato. Non contento delle immense sue ricchezze,
ed invidiando la sovranità di Firenze data al Duca
Alessandro, ordì contro di esso un' orribile congiura,
che però non ebbe effetto. Tradito nelle sue speranze e
disonorato in Italia desiderò d'unirsi a Carlo V. nella
spedizione di Tunisi; mi non essendo stato accolto
dagli Imperiali, nel rammarico in cui si trovava fu as-
salito da una violentissima febbre , che lo tolse di vita
nel <535. non senza sospetto di veleno. Lasciò un figlio
naturale chiamato Asdrubale. Abbiamo di lui una ele-
gante traduzione del secondo libro dell' Eneide.