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far più ; che sempre m'è parso aver le
budella in un catino . Al quale io dissi :
compar mio Tribolo, a voi non accade le-
gar la spada , perchè voi non l'avete mai
sciolta : e questo io lo dissi a caso per non.
gli aver mai visto far segno d'uomo in
quel viaggio. Alla qual cosa egli guarda-
tosi la spada , disse: per Dio che voi dite
il vero, eh ella sta legata in quel modo
ch'io l'acconciai innanzi ch'io uscissi di
casa mia . A questo mio compare gli pare-
va, che io gli avessi fatto una mala com-
pagnia , per essermi risentito e difeso con-
tro a quelli, che ci avevano voluto far di-
spiacere ; e a me pareva , ch'egli l'avesse
fatta molto più cattiva a non si mettere ad
ajutarmi in cotai bisogni. Questo lo giu-
dichi chi è da canto senza passione.
Scavalcato ch'io fui , subito andai a
.trovare il Duca Alessandro , e molto lo
; ringraziai del presente de' cinquanta scudi,
: Dicendo a Sua Eccellenza , che io ero pa-
ratissimo a tutto quello che io fossi buono
a servir Sua Eccellenza . Il quale subito
mi rispose , che io facessi le stampe delle
sue monete. E la prima ch'io feci, fu una
moneta di quaranta soldi , colla testa di
Sua Eccellenza da una banda e dall' altra
l'arme del detto Duca Lessandro. Appo que-
sta io feci la stampa per li mezzi giulj ,
nella quale io vi feci una testa in faccia di
un S. Giovannino. Questa fu la prima mo-
neta colla testa in faccia in tanta sotti-