CELLINI . 385
molto più nuociuto che giovato ; perchè le
ultime parole, che aveva detto Monsignor
di Monluc da parte del Re, si erano state,
che Monsignor di Monluc disse al Papa,
che mi dovessi dare in mano a' Giudici
ordinai] della Corte; e che, se io avevo er-
rato , mi poteva gastigare , ma non avendo
errato, la ragion voleva , eh' ei mi lasciassi
andare. Queste parole avevano dato tanto
fastidio al Papa , che aveva voglia di non
mi lasciar mai più. Questo Castellano cer-
tissimamente mi ajutava quanto poteva.
Veduto in questo tempo quelli nemici
mia, che la mia bottega s'era serrata, con
ischerno dicevano ognidì qualche parola in-
giuriosa a quelli mia servitori e amici, che
mi venivano a visitare alla prigione. Ac-
cadde un giorno infra gli altri, che Asca-
nio, il quale veniva due volte ognidì da
me, mi richiese che io gli facessi una certa
vestetta d' una certa mia vesta azzurra di
raso, la quale io non portavo mai, solo
mi aveva servito quella volta , che con essa
io andai in procissione ; però io gli dissi ,
che quelli non erano tempi nè io in luogo
da portar colai veste^ Il giovane ebbe tanto
per male, ch' io non gli detti quella me-
schina vesta , che mi disse, che voleva an-
dare a Tagliacozzo a casa sua . Io tutto appas-
sionato gli dissi , che mi faceva gran piacere
a levarmisi dinanzi ; ed egli giurò con gran-
dissima passione di non mai più capitarmi
innanzi . Quando noi dicevamo questo , noi
Benv. Cellini 25
molto più nuociuto che giovato ; perchè le
ultime parole, che aveva detto Monsignor
di Monluc da parte del Re, si erano state,
che Monsignor di Monluc disse al Papa,
che mi dovessi dare in mano a' Giudici
ordinai] della Corte; e che, se io avevo er-
rato , mi poteva gastigare , ma non avendo
errato, la ragion voleva , eh' ei mi lasciassi
andare. Queste parole avevano dato tanto
fastidio al Papa , che aveva voglia di non
mi lasciar mai più. Questo Castellano cer-
tissimamente mi ajutava quanto poteva.
Veduto in questo tempo quelli nemici
mia, che la mia bottega s'era serrata, con
ischerno dicevano ognidì qualche parola in-
giuriosa a quelli mia servitori e amici, che
mi venivano a visitare alla prigione. Ac-
cadde un giorno infra gli altri, che Asca-
nio, il quale veniva due volte ognidì da
me, mi richiese che io gli facessi una certa
vestetta d' una certa mia vesta azzurra di
raso, la quale io non portavo mai, solo
mi aveva servito quella volta , che con essa
io andai in procissione ; però io gli dissi ,
che quelli non erano tempi nè io in luogo
da portar colai veste^ Il giovane ebbe tanto
per male, ch' io non gli detti quella me-
schina vesta , che mi disse, che voleva an-
dare a Tagliacozzo a casa sua . Io tutto appas-
sionato gli dissi , che mi faceva gran piacere
a levarmisi dinanzi ; ed egli giurò con gran-
dissima passione di non mai più capitarmi
innanzi . Quando noi dicevamo questo , noi
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