44^ VITA DI BENVENUTO
stato fatto, fussi gran causa della morte
sua. Prese il sonetto, e lettolo più d'una
volta, disse: queste non sono parole nè con-
cetti da pazzo , ma sì bene d'uomo buono e
dabbene ; e subito comandò a un suo secreta-
rlo, che lo portasse al Papa , e che lo desse in
sua propria mano, pregandolo che mi la-
sciassi andare . Mentre che il detto secre-
tarlo portò il sonetto al Papa, il Castellano
mi mandò lume per il dì e per la notte ,
con tutte le comodità che in quel luogo si
poteva desiderare; per la qual cosa io co-
minciai a migliorare dell' indisposizione delia
mia vita, quale era divenuta grandissima .
Il Papa lesse il sonetto; dipoi mandò a di-
re al Castellano, ch' egli farebbe ben presto
cosa , che gli sarebbe grata: e certamente
che il Papa mi avrebbe più volentieri la-
sciato andare; ma il Signor Pierluigi detto
suo figliuolo , qual contro alla voglia del
Papa per forza mi riteneva. Avvicinandosi,
la morte del Castellano, inmentre ch' io
avevo disegnato e scolpito quel miracoloso
miracolo, la mattina d'Ognissanti mi mandò
per Piero Ugolino suo nipote a mostrare
certe gioje ; le quali quando io le vidi, su-
bito dissi: questo è il contrassegno della
mia liberazione. Allora questo giovane, che
era persona di pochissimo discorso, disse:
a codesto non pensar tu mai, Benvenuto .
Allora io dissi: porta via le tue gioje, per-
chè io son condotto di sorte, ch' io non
veggo lume , se non in questa caverna buja.
stato fatto, fussi gran causa della morte
sua. Prese il sonetto, e lettolo più d'una
volta, disse: queste non sono parole nè con-
cetti da pazzo , ma sì bene d'uomo buono e
dabbene ; e subito comandò a un suo secreta-
rlo, che lo portasse al Papa , e che lo desse in
sua propria mano, pregandolo che mi la-
sciassi andare . Mentre che il detto secre-
tarlo portò il sonetto al Papa, il Castellano
mi mandò lume per il dì e per la notte ,
con tutte le comodità che in quel luogo si
poteva desiderare; per la qual cosa io co-
minciai a migliorare dell' indisposizione delia
mia vita, quale era divenuta grandissima .
Il Papa lesse il sonetto; dipoi mandò a di-
re al Castellano, ch' egli farebbe ben presto
cosa , che gli sarebbe grata: e certamente
che il Papa mi avrebbe più volentieri la-
sciato andare; ma il Signor Pierluigi detto
suo figliuolo , qual contro alla voglia del
Papa per forza mi riteneva. Avvicinandosi,
la morte del Castellano, inmentre ch' io
avevo disegnato e scolpito quel miracoloso
miracolo, la mattina d'Ognissanti mi mandò
per Piero Ugolino suo nipote a mostrare
certe gioje ; le quali quando io le vidi, su-
bito dissi: questo è il contrassegno della
mia liberazione. Allora questo giovane, che
era persona di pochissimo discorso, disse:
a codesto non pensar tu mai, Benvenuto .
Allora io dissi: porta via le tue gioje, per-
chè io son condotto di sorte, ch' io non
veggo lume , se non in questa caverna buja.