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Cellini, Benvenuto; Carpani, Giovanni Palamede [Bearb.]
Opere di Benvenuto Cellini (Volume 1): Vita di Benvenuto Cellini: orefice e scultore fiorentinoda lui medesimo scritta, nella quale si leggono molte importanti notizie appartenenti alle arti ed alla storia del secolo XVI — Milano: Dalla Società Tipografica de' Classici Italiani, contrada di s. Margherita, 1806

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https://doi.org/10.11588/diglit.71580#0052
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^3 VITA DI BENVENUTO
fanciullo aveva quattordici anni in circa ,
ed io due anni più di lui) una Domenica
in sulle yentidue ore tra la Porta a S. Gal-
lo e a Pinti , avendo disfidato un garzone
di venti anni a spada a spada, tanto valo-
rosamente lo serrava, che avendolo mala-
mente ferito, seguiva più oltre. Vera mol-
tissime persone, e fra esse molti suoi pa-

marito Girolamo Riario . Gio. fu educato sotto la tutela
di Jacopo Salviati , e si diede tutto alle armi. Militò
per Leon X. nelle guerre di Romagna, poi mise in
mare una squadra a sue spese, e perseguitò i Barbare-
selli, finché fattasi la lega contro i Francesi tra Carlo V. e
Leon X. , nel x52i. fu posto alla testa della cavalleria
pontificia. In quella campagna Gio. si segnalò in modo
specialmente sotto Parma e nel passaggio deli Adda
presso Vaprio , che gli fu dato il comando di 6m. fanti,
i quali sotto di lui furono bentosto riguardati come il
fiore della milizia di que' tempi. Morto Leon X. egli
fu chiamato a comandare un corpo di Svizzeri al soldo
dei Fiorentini allora minacciati dal Duca d’Urbino;
ma non potè battersi, perchè il nemico non istimò be-
ne aspettarlo. Ritornò allora Gio. in Lombardia al ser-
vizio del Duca di Milano Francesco II., e fu desso
principalmente che alla testa dei Milanesi riportò la se-
gnalata vittoria di Abbiategrass® nel 1524.
Da ultimo, o per insinuazione di Clemente VII., che
non voleva ingrandir troppo Carlo V., 0 per offerte di
maggior soldo, Gio. passò a servire Francesco I. , ma
rimasto ferito in una picciola azione non potè essere
alla battaglia di Pavia del i525. Guarito seguitò ad
essere l'ammirazione dell' armata in ogni incontro, fin-
ché in un fatto d'arme presso Governo sul Mantovano
restò ferito, e morì in Novembre del I526. danni 28.
Le di lui soldatesche cambiarono per dolore in nere le
insegne bianche che esse portavano; e quindi furono
denominate Le Bande nere. Gio. ebbe per moglie una
figlia di Jacopo Salviati , e fu padre di Cosimo I. Duca
di Toscana..
 
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